Delitto Romanini, assolti i due carabinieri

La Corte d’Appello: nessun favoreggiamento dell’assassino, i fatti che erano stati imputati ai militari non costituiscono reato

I rilievi davanti a casa di Stefano Romanini

I rilievi davanti a casa di Stefano Romanini

Versilia, 27 maggio 2022 - Delitto Romanini: la Corte di Appello di Firenze, recependo la sentenza di annullamento con rinvio della Cassazione, ha assolto i militari dell’Arma che erano stati accusati di favoreggiamento dell’omicida di Stefano Romanini. Il fatto non costituisce reato. Erano stati condannati per favoreggiamento sia l’ex Comandante Ciro Ionta che il brigadiere Gianluca Martignetti. La Corte di appello di Firenze il 24 maggio scorso, recependo in toto le valutazioni di diritto della Suprema Corte di Cassazione nella sentenza di rinvio, ha riformato la sentenza di primo grado, confermata nel successivo grado d’Appello, che aveva condannato i militari dell’Arma dei Carabinieri della stazione di Camaiore, Ionta e Martignetti, da tempo trasferitosi ad Avellino (suo paese d’origine), il primo a 3 anni di carcere per favoreggiamento e omessa denuncia e il secondo a 2 anni 3 mesi per il solo favoreggiamento nei confronti del responsabile dell’omicidio volontario di Stefano Romanini, imprenditore di 47 anni ucciso sotto la sua casa di Camaiore con undici colpi di pistola l’8 febbraio del 2011. Un delitto per cui il principale imputato è stato condannato all’ergastolo, confermato nei successivi gradi di giudizio.

Dopo 11 anni di battaglie legali a suon di ricorsi, prima in appello, poi in Cassazione e poi ancora in appello a seguito dell’annullamento con rinvio, il Brigadiere Gianluca Martignetti e’ stato assolto perche’ il fatto non costituisce reato. Lo stesso aveva subito gli arresti domiciliari, ma non e’ mai stato sospeso dal servizio, se non per il breve periodo in cui è stato sottoposto alla misura cautelare. La Corte Suprema, facendo proprie le doglianze del difensore di Martignetti, avvocato Marino Capone, e del difensore dell’ex Comandante Ionta, avvocato Luigi Leo, ha, dunque ribaltato completamente quella sentenza rinviando tutto, per un nuovo processo, alla corte d’appello di Firenze. Secondo i difensori infatti, nell’accusa di favoreggiamento, vi erano molti fatti controversi e gli Ermellini hanno accolto i ricorsi rinviando ad altra sezione della Corte d’Appello toscana. Per la Cassazione però vi sono degli errori nella sentenza della Corte fiorentina: in primis l’inutilizzabilità delle intercettazioni, disposte per il reato di omicidio, ma non utilizzabili nel processo connesso per favoreggiamento personale. Ma soprattutto, ed è questo il cuore della sentenza, i giudici della Corte Suprema, dopo aver visionato la sentenza depositata con cui il Romanini è stato condannato all’ergastolo dove lo stesso era stato dichiarato ‘inattendibile’, sostengono che i giudici di secondo gradi non abbiano considerato la non attendibilità delle dichiarazioni di Roberto Romanini nei confronti degli imputati.

"È mancata – si legge nella sentenza – la doverosa valutazione della sua attendibilità nel riferire circostanze a carico degli imputati, nonostante tali circostanze fossero evidentemente collegate alla vicenda dell’omicidio e di un primo attentato contro la medesima vittima; era quindi ragionevole ipotizzare un interesse a riferire circostanze non veritiere in tutto o in parte per la incidenza sull’accertamento della propri a responsabilità". L’avvocato Capone commenta: “I Giudici della Corte d’Appello di Firenze hanno restituito dignità a due uomini dello Stato che, nell’adempimento dei loro doveri istituzionali, hanno sempre indossato con dignità e onore l’Uniforme”.