D’annunzio amava alla follia i piatti di pesce viareggini

Gabriele D’Annunzio è stato il più grande poeta del novecento e forse anche il più grande comunicatore. Sua l’idea durante la prima guerra mondiale di gettare da un aereoplano volantini su Vienna per “comunicare” agli austriaci che la loro guerra era perfettamente inutile. Sua anche l’idea di chiamare “Rinascente “ i grandi magazzini appena ricostruiti della famiglia Bonomi distrutti precedentemente da un incendio.

Suo anche il rendere proprie (ma non lo erano) famose frasi della Bibbia: quella, ad esempio, ove Gesù dice "Chi non è con me è contro di me". O ancora: "molti nemici molto onore", mutuata da Giulio Cesare. Fino all’Eia Eia Alalà frustata linguistica pare ideata da Attila per spronare i suoi guerrieri. Per non parlare della sua cinematografia. Fu lui a creare il personaggio di Maciste nel film Cabiria del 1914, il più grande capolavoro italiano del cinema muto.

Ma pochi sanno che D’Annunzio si dilettava anche in rarità culinarie soprattutto quando passava le vacanze in Versilia a Pietrasanta nella sua megavilla ora location della Versiliana. Non amava, il buon Gabriele, la cucina sofisticata. Si dilettava invece a cucinare i pesci poveri che i pescatori Viareggini gli regalavano. E quindi splendidi piatti quali i Nicchi viareggini, i Matuffi con le cozze, e soprattutto la Trabaccolara. Questa delizia è un piatto povero creato con i pesci dei fondali che i pescatori buttano via appena pescati perché non li compra nessuno. Quale errore. Gattucci, gallinelle, tracine, boghe, sparaglioni tutti questi pesci hanno un immenso valore nutrizionale ma soprattutto, campando poco, non hanno il tempo di accumulare mercurio cosa che invece accade nei tonni e nello spada che purtroppo, talvolta, negli anni ingeriscono mercurio e, malefica novità, la plastilina, pessimo regalo delle tonnellate di plastica presente nei mari.

Dulcis in fundo del poeta la Scarpaccia dolce, torta vegetale viareggina, prediletta perché poco calorica e quindi adatta alla sua vanità.