Caso Franceschi, il mistero degli organi. Una lettera parla di espianto

Un sedicente ex compagno di cella scrive alla famiglia del carpentiere viareggino che morì nel 2010 nel carcere di Grasse, in Francia

Daniele Franceschi

Daniele Franceschi

Viareggio, 23 marzo 2019 - Torna il mistero sugli organi di Daniele Franceschi, il carpentiere viareggino morto otto anni fa nel carcere di Grasse, in Francia. Ai familiari di Franceschi, che all'epoca aveva 36 anni, è stata inviata una lettera da un sedicente ex compagno di cella a firma Sadiq Prison, che pone dubbi sulla sorte degli organi del giovane italiano, ipotizzando un macabro espianto degli stessi, che non furono mai restituiti alle autorità italiane, per eseguire una regolare autopsia, a causa delle condizioni in cui il cadavere fu restituito.

Il documento è in possesso dell'avvocato viareggino Aldo Lasagna, incaricato dai familiari di rendere pubblica la notizia, che ha seguito il caso dall'inizio e che è intenzionato ad informare quanto prima le autorità inquirenti Transalpine, per far riaprire il caso. «Nonostante varie assicurazioni e promesse - dice l'avvocato - di restituzione degli organi ai familiari, questo non è mai avvenuto, ed ora chiedono chiarezza una volta per tutte alle autorità francesi»