Covid, di nuovo tutti in trincea. Il Versilia è già al limite

Il direttore sanitario Alessandro Campani: "Abbiamo 39 pazienti ricoverati di cui tre in terapia intensiva. Siamo pronti ad aumentare i posti letto"

Alessandro Campani

Alessandro Campani

Viareggio, 31 ottobre 2020 - Anche senza l’incoraggiamento degli applausi scroscianti dai balconi, medici, infermieri e operatori sanitari sono tornati silenziosamente nelle trincea del virus, a combattere contro un nemico invisibile e beffardo. Questa volta più stanchi, forse più soli, ma certamente più consapevoli e preparati alla sfida che li attende. E mentre, giorno dopo giorno, crescono i contagi e di conseguenza i ricoveri nel reparto Covid in molti hanno dato disponibilità per coprire con turni extra le guardie notturne in attesa di rinforzi.

«Il lavoro del personale è straordinario, davvero straordinario. Voglio sottolinearlo perché questa è la grande forza dell’ospedale Versilia, dice il dottor Alessandro Campani , direttore zonale dell’Asl. L’epidemia corre, troppo velocemente. L’ospedale come si sta attrezzando per resistere al pressione, sempre più forte, di questa seconda ondata? "Nei prossimi giorni arriveranno degli infermieri, e oltre all’assunzione di due medici internisti già in programma l’azienda sanitaria valuterà eventuali altre necessità. Ma va detto che in questo momento molti medici sono già impegnati, quindi in questa fase non sono un problema tanto le assunzioni quanto trovare professionisti da assumere. E poi, come già annunciato, verrà potenziata la squadra deputata al tracciamento dei contatti dei positivi, proprio per spezzare la catena del contagio e per mettere un freno a questa rincorsa". E i reparti? Come si affronta l’aumento costante dei ricoveri? "Dal 19 ottobre, quando abbiamo riaperto il reparto Covid con 14 posti letto, siamo già arrivati ad accogliere 39 pazienti, di cui tre in terapia intensiva. Ci siamo arrivati gradualmente, e così procederemo confrontandoci costantemente con gli altri ospedali dell’azienda sanitaria. Al momento, per fronteggiare il Covid, abbiamo allestito due setting, ovvero moduli di degenza, da trentadue posti letto ciascuno. Quarantadue sono già attivati, diventeranno di più se ce ne sarà bisogno. Ripeto, procederemo un passo per volta con gli adeguamenti per cercare di non incidere sulle attività programmate". E cosa succede se non dovessero bastare? "Con il filtro del 118 e del pronto soccorso cerchiamo di limitare i ricoveri soltanto alle persone contagiate che hanno necessità di terapie specifiche. Grazie al supporto delle Usca chi ha sintomi lievi viene assistito direttamente a domicilio. Questo lavoro è molto importante per non sovraccaricare l’attività ospedaliera. Ma in ogni caso se i posti letto dovessero riempirsi procederemo organizzando un altro setting, come abbiamo fatto ad aprile. Tutti coloro che avranno bisogno saranno assistiti". Nella prima ondata quanti posti letto, contemporaneamente, furono occupati? "Durante il picco l’ospedale Versilia ha accolto, contemporaneamente, tra i settanta e i settantacinque pazienti. Ma per farlo furono sospese le attività programmate, nello specifico di chirurgia. Vorremmo non dover arrivare a quel punto ovviamente, quindi contiamo anche sulla collaborazione di tutti, evitando il ricorso al pronto soccorso quando non è necessario". Dottor Campani, come valuta l’andamento dell’epidemia in Versilia? "Ogni giorno è differente. Mercoledì ad esempio la situazione era tutto sommato tranquilla, così abbiamo dato la disponibilità per il ricovero di due pazienti dal Livorno. Ieri invece il pronto soccorso ha registrato un’affluenza massiccia. Ci auguriamo che le misure prese da Governo per ridurre il contagio, insieme alla responsabilità personale, abbiano degli effetti e possano quindi rallentare la diffusione del virus".