REDAZIONE VIAREGGIO

Cosimo Zappelli nato sul mare ma innamorato delle alte vette

Cosimo Zappelli, tragicamente scomparso nel 1990, ha una storia particolare che assomiglia molto a quella di Alberto Tomba: il ragazzo di città che si fa strada in un ambiente, la montagna, lontana dal suo vivere quotidiano di adolescente. Cosimo era infatti nato in Darsena, il quartiere marinaro per eccellenza. Alberto “La bomba” , bolognese doc, è diventato una star dello sci mondiale: basta vedere il suo palmares per rendersi conto di quanto fosse forte. Cosimo è invece prima guida alpina, poi conquistatore di vette in mezzo mondo, garantendo - in coppia con Walter Bonatti, un altro mito di quell’ambiente - momenti di gloria all’alpinismo italiano. Eppure Cosimo era nato a due passi dal mare e l’odore del salmastro se lo sentiva addosso. Però, potenza del paesaggio e dell’orizzonte che gli appariva ogni mattina, le vette delle Apuane suscitavano in lui un forte richiamo, un po’ come se un pifferaio magico lo rapisse con le sue note o come nel film-cult “Incontri ravvicinati di terzo tipo” sentisse che una forza superiore lo spinge, senza avere la possibilità di resistere, verso un posto particolare. Eppure in Darsena,curioso com’era, Cosimo girava ogni giorno fra gozzi e barche ascoltando le storie di ‘lupi di mare’ che popolano le strade dove la marineria è davvero il pane quotidiano. Ma al cuore non si comanda. E così dopo una breve esperienza da calciatore - passione trasmessa da padre Giacomo - tanto da debuttare in prima squadra del Viareggio e di essere convocato per la selezione versiliese impegnata alla Coppa Carnevale nei primi anni ‘50, Cosimo viene sempre più attratto dalla Pania, dal Corchia, dal Pisanino, le vette di casa nostra. Le Apuane lo rapiscono e chi cresce insieme a lui si rende subito conto che non si tratta di un innamoramento giovanile.

C’è molto di più. C’è la sua vita. Il suo futuro. Cosimo lavora come infermiere quando decide di trasferirsi a Courmayer, ormai ha capito che della montagna non può più farne a meno. E così in maniera naturale decide che quello sarà il suo lavoro. Viareggio applaude e gioisce con lui ogni volta che Cosimo conquista vette in mezzo mondo, in coppia con Walter Bonatti diventa un’icona dell’alpinismo. Non è un figlio che ha ‘dirazzato’, preferendo la montagna al mare, i fiocchi di neve ai granelli di sabbia: è un ragazzo che ha seguito il suo istinto, ma che si porta Viareggio e il papà Giacomo sempre nel cuore. Purtroppo le belle storie non hanno sempre un lieto fine perché il 7 settembre 1990, Cosimo Zappelli muore mentre affronta in parete il Pic Gamba, travolto dai sassi che all’improvviso si staccano dalla montagna. Viareggio piomba nel dolore più cupo: le rughe del viso invase dalle lacrime dall’anziano padre Giacomo ("dovevo morire io al suo posto, sono vecchio: non mio figlio...") è l’ultima tragica scena di una storia di grande passione nata scrutando le Alpi Apuane dalla spiaggia della Darsena.