Con la vanga in mano al posto della penna Così l’orto diventa un’esperienza didattica

E chi l’avrebbe mai detto! Tutti fuori dall’aula, con la vanga in mano invece della penna! In un batter d’occhio siamo diventati alunni-contadini: dopo diverse lezioni su alimentazione, semi, germinazione, ci hanno messi alla prova: un modo per rendere concreto quanto avevamo appreso sui banchi e anche per stare un po’ all’aria aperta. Una benedizione in questi tempi di distanziamento e mascherine. Così, armati con tutti gli attrezzi del mestiere e soprattutto di tante piantine, ci siamo improvvisati “coltivatori diretti”: ognuno con i suoi compiti specifici.

Chi ha cercato di rendere il terreno più adatto alla semina strappando tutte le erbacce, chi ha segnato le piante per catalogarle, chi ha preso le misure prima di decidere la collocazione e chi – con guanti e paletta – ha sistemato nella terra fragole, aglio, radicchio, insalata, cavolo viola, pan di zucchero alla giusta distanza in modo che crescendo avessero il loro spazio. E non è finita: dopo aver distribuito le piante abbiamo sparso sul terreno concime (letame) per favorire la crescita dei nostri prodotti e poi, visto che le previsioni annunciavano un’ondata di freddo, abbiamo deciso di coprire l’orto con un telo. Quindi, finché siamo stati in presenza, abbiamo innaffiato il terreno ogni giorno, mentre durante il nuovo lockdown hanno continuato a prendersi cura dell’orto i nostri compagni presenti a scuola. Finalmente da ieri tutti potremo di nuovo seguire da vicino la vita che si fa spazio tra la terra. Adesso infatti non ci resta che attendere e prenderci cura, passando da tante emozioni: speranza, delusione, soddisfazione per essere riusciti a far crescere un frutto o una verdura. Per aver scoperto nuove colture ed esserci così sentiti uniti mentre eravamo di nuovo distanti.