"Ciao Debora, ci resta il tuo sorriso" L’ultimo abbraccio alla neo mamma

Amici ed ex compagni di scuola si sono stretti ai familiari della giovane morta per l’esplosione della casa. L’omelia del parroco di Ripa nel silenzio sospeso di una comunità ancora sotto choc per l’accaduto

di Francesca Navari

"Ciao Debora. Resta la certezza del tuo sorriso, della tua vitalità e della tua immortalità". Don Roberto Buratti ha parlato nel silenzio assordante che ha accompagnato i funerali di Debora Pierini, la 26enne di Ruosina morta a causa delle ustioni riportate nello scoppio della palazzina a Torre di Lucca. Nella chiesa di Ripa il dolore si è condensato in quell’atmosfera sospesa, la stessa che ha dato l’illusione ai parenti che la giovane mamma potesse farcela nei quindici giorni in cui ha lottato in un letto dell’ospedale di Cisanello a Pisa, prima di arrendersi definitivamente e volare tra le stelle.

Gli occhi erano tutti concentrati su quel feretro color crema – quasi lontano da un afflato di morte – sul quale campeggiava il cuore di rose dei familiari. In prima fila i genitori Laura Bicchieri e Simone Pierini ed il marito Davide Giracello che domani riporterà a casa il piccolo Dante, vero figlio del miracolo.

Presenti per l’amministrazione comunale (che ha sempre supportato i familiari aprendo anche un conto dedicato per sostenerli) il vice sindaco Adamo Bernardi e gli assessori Valentina Mozzoni, Stefano Pellegrini e Michele Silicani, rappresentati delle associazioni locali, ex compagni di classe e i contradaioli che hanno esposto la bandiera del Leon d’Oro stretta in un nastro nero.

"Quando gli apostoli hanno perso Gesù si sono disperati, hanno visto un nuvolone nero e hanno perso la speranza – ha detto don Roberto dall’altare – oggi c’è quel nuvolone ma dobbiamo pensare che Debora sarà sempre con noi. Veneriamo i santi perché li riteniamo eterni e andiamo a salutare i nostri cari al cimitero perché li sentiamo vicini. Il loro amore sarà sempre con noi. Comprendo bene che queste siano solo belle parole in un momento di grande disperazione, tutti avremmo voluto Debora qui con noi, e al fianco del suo piccolo Dante. Per questo oggi dico semplicemente “ciao Debora“, sicuro della potenza del suo sorriso e della sua immortalità".

A leggere un proprio pensiero anche un’amica che ha ricordato come Debora sia stata ‘una costante in un mondo di variabili e una fedele confidente e spalla nei momenti più difficili’.

Parole che mamma Laura, stretta nel suo piumino nero, ha ascoltato seduta sulla panca senza spostarsi di un millimetro, ferma in un dolore che paralizza e affiancata dal marito Simone che più di una volta le ha allungato la mano per suggellare un’unione di vita, anche nel dolore più straziante.

E in un attimo il ricordo del brindisi del matrimonio, di quell’abito principesco bianco candido, della recente festa in giardino per annunciare l’arrivo di un maschietto e il volo dei palloncini azzurri lanciati proprio da una raggiante Debora si è mescolato al lento rintocco delle campane, che hanno scandito l’uscita del feretro sorretto dal marito Davide. L’ultima a lasciare la chiesa è stata proprio mamma Laura, adesso sciolta in quel pianto troppo trattenuto e confortata dai mille abbracci.

Come papà Simone che ha stretto mani e condiviso singhiozzi e sguardi di disperazione con gli amici presenti in un comprensibile sollievo che è dato dal sostegno di chi ha conosciuto il sorriso contagioso di Debora, rimasto impresso nella mente di tutti, come fotogramma della felicità di quella giovane donna dai capelli lunghi e neri che stava assaporando il sogno d’amore più bello. Fermo nel piazzale della chiesa senza dire una parola e’ rimasto invece Davide che ha visto il carro funebre portare via sua moglie e il suo progetto di famiglia. Dietro gli occhiali scuri è rimasto impietrito come se quella girandola di dolore non dovesse più sfiorarlo. Perché domani lo aspetterà la grande dimostrazione del suo essere uomo: far ripartire la sua via assieme al piccolo Dante. Già perché in tutta questa immensa tragedia l’ultimo grande dono di Debora è quel piccolo, tanto atteso, venuto alla luce nel momento più buio. Domani lascerà la clinica di neonatologia e tornerà a casa. I suoi occhi e i suoi abbracci aiuteranno Davide e tutti i familiari a sentire ancora vicina la loro Debora. Per sempre.