'Duello' con le candele dentro la chiesa

Due uomini hanno messo a soqquadro il Don Bosco e rovesciato perfino l’acqua santa

Gli scriteriati hanno spezzato le candele destinate ai devoti

Gli scriteriati hanno spezzato le candele destinate ai devoti

Viareggio, 11 settembre 2019 - Acquasantiere svuotate, candele spezzate e utilizzate per un improbabile duello ‘a fioretto’, confessionale a soqquadro. All’interno della chiesa di San Giovanni Bosco al Marco Polo, due uomini hanno letteralmente fatto (è il caso di dirlo) il diavolo a quattro. Ma potrebbero avere le ore contate dato che le telecamere di videosorveglianza hanno ripreso istante per istante quei dieci minuti di follia consumati in pieno giorno tra panche e navate. Il fatto è accaduto domenica pomeriggio intorno alle 17, quando la chiesa era già aperta da circa un’ora ma era vuota. I due – di circa 40-45 anni, uno con il taglio corto e uno più basso con i capelli lunghi , entrambi a volto scoperto – sono entrati con fare esaltato e sovraeccitato, iniziando a spintonarsi e a improvvisare una lotta. Probabilmente sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.

Poi hanno preso le candele e hanno iniziato a tirarsele addosso, con un cero vicino alla navata hanno giocato a spada, hanno gettato l’acqua benedetta a terra. Non paghi dell’assurdo divertimento, sono entrati nel confessionale attorcigliando una stola e spostando un crocifisso. Una decina di minuti di follia che si sono conclusi con la fuga, fortunatamente senza grossi danni. E’ stato un sacerdote ad accorgersi che qualcosa di strano era accaduto, notando tutta l’acqua benedetta sul pavimento. Sono stati così immediatamente visionati i video delle telecamere ed è stato subito chiaro quanto era accaduto. Sul posto sono arrivati i carabinieri: adesso spetterà agli uomini dell’Arma dare un nome a quei due sconosciuti decisamente su di giri. «E’ stata una fortuna che in quel momento non sia entrato nessuno, chissà cosa poteva succedere» commenta una parrocchiana.

La vicenda  ripropone l’allarme che in passato aveva lanciato dall’altare proprio don Antonio Tigli, parroco della chiesa di Don Bosco, lamentando lo spaccio di droga anche all’interno del luogo di culto. Tra i fedeli la paura sale: a luglio un giovane di colore «dal fare spiritato e dall’abbigliamento improbabile» si è infilato in sacrestia dove si trovava un anziano volontario, ha chiuso a chiave e si è barricato con lui. Solo l’intervento di due persone è stato utile a farlo fuggire da una porta laterale. Lo straniero si è dileguato, tenendo una corda in mano. Tra lo spavento generale dei presenti.

Francesca Navari