Cgil e Confcommercio litigano sul minacciato "sciopero fiscale"

Per la Filcams viene rotto il "patto di convivenza". La replica: "Solo così. garantiamo gli stipendi"

Filcams Cgil e Confcommercio litigano sullo sciopero fiscale propugnato dall’associazione dei commercianti. Uno sciopero che quasi certamente non ci sarà (fatta eccezione per chi è al verde e non verserà l’Irpef), perché il fisco è terribile con chi salta le scadenze anche per pochi centesimi, quanto è tenero con chi elude miliardi grazie ai taz shelter dell’Unione europea.

La Filcams Cgil ha preso posizione col suo segretario Massimiliano Bianchi: "Siamo stupefatti, abbiamo rispetto per il disagio del momento ma così si rompe il patto costitutivo della convivenza civile. Allora i lavoratori, che anche loro pagano le tasse, dovrebbero evocare la rivoluzione? Basta fare gare a chi la spara più grossa, servono criteri selettivi per gli aiuti pubblici alle imprese. Parlare di sciopero fiscale significa far saltare in aria l’erogazione di ogni servizio pubblico. I problemi non si affrontano così. Noi rimaniamo fermamente contrari alla distribuzione a pioggia dei finanziamenti pubblici alle imprese".

Coinvolgente, però, la replica di Confcommercio Lucca: "Lo stipendio dei lavoratori è la priorità, ecco perché’ le imprese smetteranno di pagare tasse e tributi. Amareggiano le parole dei rappresentanti dei lavoratori, i quali che sono in testa alle priorità e alle preoccupazioni dei nostri imprenditori. Una delle ragioni per le quali le aziende hanno deciso di sospendere il pagamento di tasse e tributi è proprio salvaguardare la poca liquidità rimasta per garantire lo stipendio ai propri dipendenti. I sindacati preferirebbero forse avere aziende che si svenano per tener fede ai balzelli imposti dal governo, sino ad oggi del tutto assente nei confronti delle imprese devastate dall’emergenza Covid, salvo poi vedersi costrette a mettere i propri lavoratori in cassa integrazione a zero ore?. Già durante il lockdown di primavera tantissimi imprenditori si sono messi in luce per la loro attenzione nei confronti dei dipendenti, anticipando di tasca propria quella cassa integrazione che è stata poi erogata dal governo con mesi e mesi di colpevole ritardo. Senza la lungimiranza e l’attenzione di questi imprenditori, i loro dipendenti sarebbero rimasti senza stipendio per mesi. Questo i sindacati non se lo ricordano?".