Il Carnevale dichiara guerra alla plastica

Viareggio, attenzione all’ambiente e ovunque materiale organico biodegradabile

Carnevale Viareggio

Carnevale Viareggio

Viareggio, 8 febbraio 2019 -  Inzia in punta di piedi il Carnevale di Viareggio. Sognante e leggero. Sulle punte, come la sua ospite d’onore: la grande étoile Carla Fracci, simbolo dell’eleganza, delle emozioni e della forza di quel mondo femminile a cui Burlamacco dedica l’edizione di quest’anno. Sulle punte: metafora di quella leggerezza che pervade la città in una dimensione sospesa, in un tempo fuori dalle logiche quotidiane. Ma anche di equilibrio: tra svago e riflessione, tra sogno e realtà, tra sole e luna. Da domani tutto questo abbraccerà Viareggio: alle 14.30 un corteggio di maschere arriverà dalla stazione verso il mare, dove alle 16 si innalzerà la bandiera di Burlamacco, dando il via al primo corso mascherato che sarà chiuso da uno spettacolo pirotecnico.

Riti pagani, antichi, inseriti nella dimensione più popolare e ancestrale di una manifestazione che, al contrario, ogni anno punta forte sull’innovazione. Che non riguarda solo le tematiche e i materiali (alternativi alla cara, vecchia cartapesta) delle grandi costruzioni che sfileranno sui viali a mare. L’obiettivo di quest’anno è quello di dichiarare guerra alla plastica. Sarà bandita in ogni sua forma dal regno di Burlamacco. All’interno del circuito, bar e attività di ristorazione dovranno adeguarsi: bicchierini, piattini, posate e contenitori per alimenti dovranno essere tutti fatti di materiale organico biodegradabile. Una gigantesca balena che affonda in un mare di plastica, opera di Roberto Vannucci, diventa pertanto il simbolo di questa campagna ambientalista. Il Carnevale di Viareggio del resto ha da sempre un occhio puntato sull’attualità e sui temi sociali. E oggi, nell’epoca del villaggio globale, della dispersione e della rete che unisce puntini lontani e problemi di tutti, la satira che un tempo colpiva personaggi dell’orticello italiano si è trasformata in denuncia sociale dei mali del mondo.

L’inquinamento, appunto, che devasta il pianeta, l’inquietudine del quotidiano per l’uomo comune, la figura delle donna nella sua essenza e nelle sue aspirazioni, le riflessioni sul potere e sulle forme che assume, il dramma dei migranti. Il carnevale e i suoi artisti non hanno paura di confrontarsi con tematiche che spaventano anche la politica più alta. Quella italiana è scesa dal carro della festa, si trova in qualche mascherata minore. C’è ad esempio il ministro Matteo Salvini che insieme a Luigi di Maio, come un giardiniere, pota i rami secchi della politica.

Ognuno scegliendo le armi più congeniali, sempre in equilibrio fra una tradizione che ha 146 anni e la spinta verso innovazione e ricerca di percorsi originali, che sappiano lasciare a bocca aperta gli spettatori e farli tornare bambini per un attimo. Appuntamento domani alle 16 col triplice fischio di cannone, a seguire fuochi d’artificio. Repliche domenica 17 febbraio, sabato 23 e domenica 3 marzo; gran finale martedì grasso 5 marzo.

Daniele Mannocchi