Carnevale, i vincitori di tutte le categorie. Allegrucci: "Un sogno lungo ventuno anni"

Prima vittoria di Allegrucci. "Un carro completo che arriva al cuore"

Festa sul carro di Allegrucci (foto Umicini)

Festa sul carro di Allegrucci (foto Umicini)

Viareggio, 6 marzo 2019 - Il bacio con la moglie Monica è lungo, appassionato. La stretta è più selvaggia che dolce. E poco importa se i nasi si urtano fino a far male, se le lacrime si confondono, scivolando lungo le guance. C’è tutto, in quel bacio. La vittoria, la consacrazione, forse anche la rivalsa dopo la delusione per il quarto posto dello scorso anno. L’istantanea degli occhi di Jacopo Allegrucci, fresco di vittoria con L’ultima biancaneve, che si perdono in quelli della moglie, nel ventre di un carro che trema come una curva da stadio, è la foto della potenza infrangibile dell’amore. Quell’amore che porta a lottare, a ribellarsi per guarire un mondo avvelenato. Sono gli occhi colmi di speranza di un genitore che guarda il figlio crescere nella Terra dei Fuochi, il piglio inscalfibile di un indio che resiste allo strapotere di una multinazionale, il sacrificio di un anziano che si immola per fermare le radiazioni nucleari a Fukushima.

Jacopo, hai scelto un messaggio forte e realizzato un carro che strappa ovazioni.

«E’ un carro completo. Molto più completo di quello dello scorso anno. C’è tutto: la modellatura, i movimenti, la coreografia, e soprattutto un messaggio che abbiamo voluto veicolare puntando sulla storia, su una sorta di narrazione. In questo modo abbiamo dato un’impronta al carro, riuscendo a far arrivare il senso alla gente».

E’ la tua prima vittoria tra i carri grandi. Forse un po’ ci avevi sperato anche lo scorso anno... Che emozioni provi?

«E’ un sogno che si realizza. L’anno scorso ormai è archiviato, non c’entra niente con la vittoria di oggi (ieri; ndr). Ho sempre creduto tanto in questo progetto, fin dal bozzetto. E questo è il risultato di un percorso che parte da lontano: ho iniziato nel ’98 con le maschere isolate e mi ci sono voluti vent’anni per fare il mio primo carro di prima categoria».

Quarto posto l’anno scorso, medaglia d’oro stavolta, con un livello più alto.

«E’ un livello da media del 10. Per questo credo che vincere quest’anno valga come aver trionfato per dieci volte. Tutti i carri erano fatti particolarmente bene. E’ vero, il pubblico apprezzava e anche nei sondaggi popolari ero sempre il più gettonato, ma anche l’anno scorso ero il favorito per il pubblico, eppure non ho vinto».

Come nascono le tue idee per i carri?

«Penso sempre. All’inizio studio il bozzetto con il mio amico e collaboratore Andrea De Angeli, con cui c’è un bello scambio di idee. Poi ne parlo con Gabriele Galli, e da lì iniziamo a ragionare sulla movimentistica. E poi c’è mio figlio, che per adesso si esprime poco, ma mi dice sempre se il bozzetto gli è piaciuto o no».

A chi dedichi la vittoria?

«Ai miei collaboratori, a chi è sempre con me, alla mia famiglia e alla gente che mi sta vicino. Partire da giugno con un’idea e arrivare a febbraio col carro pronto vuol dire percorrere una strada lunga. E tutto è più facile con un grande gruppo come questo. Ringrazio anche Alice Bachi e Luca Orsini che hanno curato la regia dello spettacolo. Non sono di Viareggio ma si sono calati benissimo in questa realtà».

SECONDA CATEGORIA - Priscilla Borri non ci crede. Ascolta attentamente l’altoparlante e solo quando arriva la conferma della sua vittoria, si lascia andare ad un grido e ad un abbraccio con il coautore del suo carro di seconda categoria, Antonino Croci. Sì, “Freedom”, con le colorate farfalle e il viso sorridente di Emma Bonino ha conquistato la giuria ed è arrivato in vetta alla classifica dei cinque carri di seconda. "Dedico questa vittoria a tutti coloro che hanno preso parte a questa impresa – afferma la costruttrice, visibilmente emozionata – le persone che si sono state solo per la voglia di esserci e nessun altro interesse. Centotrenta maschere, le maestranze, i collaboratoti e tanti che mi hanno sostenuto disinteressatamente".

MASCHERATE DI GRUPPO - I gatti volanti in stile Salvador Dalì hanno portato fortuna a Libero Maggini che ha vinto il primo premio per le mascherate di gruppo. lasciandosi alle spalle «Wanjama» di Michele Canova al secondo posto e al terzo posto ex aequo «L’uomo ha inventato la bomba atomica, ma nessun topo al mondo costruirebbe una trappola per topo» di Silvano Bianchi e «Diamoci un taglio» di Marzia Etna. Una bella soddisfazione per il giovane artista, figlio d’arte, con già esperienze importanti nella costruzione dei carri. Libero, adesso, può puntare diritto al ritorno in Seconda categoria. Al momento nella classifica combinata di quest’anno e del 2018 è al comando con 4 punti, davanti a Giampiero Ghiselli, vincitore della scorsa edizione, che di punti ne ha 7. Insomma le possibilità per coronare il suo personalissimo sogno ci sono tutte. Il prossimo anno, ovviamente sarà decisivo in tal senso.

MASCHERATE ISOLATE - Lampedusa trionfa alle maschere isolate. "Sono emozionato e quasi incredulo, non ci speravo proprio in questa vittoria – afferma a caldo pochi minuti dopo i verdetti Stefano Di Giusto –. Nei giorni precedenti le classifiche infatti mi davano per ultimo. La gioia in questo momento è doppia, visto che anche le altre maschere erano davvero belle". Una prima vittoria che arriva comunque dopo un terzo posto raggiunto lo scorso anno. "Ho intrapreso questo percorso da due anni e mi fanno davvero piacere questi risultati. Soprattutto in base al risultato del prossimo anno posso sperare di approdare alle mascherate di gruppo".

Daniele Mannocchi - Chiara Sacchetti - Alice Gugliantini