Addio alle armi. Crolla il numero dei cacciatori: in 15 anni quasi dimezzati

Ecco i motivi

Un cacciatore (foto d’archivio)

Un cacciatore (foto d’archivio)

Viareggio, 11 ottobre 2018 -  Poco più di una quindicina di anni fa i cacciatori in provincia di Lucca erano quasi dodicimila; oggi il loro numero non arriva nemmeno a ottomila unità. Una fotografia impietosa della crisi «di vocazioni» che sta attraversando il settore venatorio, attanagliato da un difficile e lento ricambio generazionale, da spese sempre più difficili da sostenere specie per i cacciatori anziani, da regole che riducono spazi e selvaggina. Il calo qui è però meno marcato che nel resto d’Italia, dove a livello globale l’emorragia di appassionati dell’«ars venandi» ha sfondato il muro del 50% nel nuovo millennio.

Nel territorio il crollo non è comunque generalizzato e dai dati forniti dalla Regione Toscana, che tengono conto dei tesserini di caccia effettivamente ritirati per esercitare l’attività nel corso della stagione, nei sette comuni della Versilia la situazione appare fluida. Il dato che per primo balza agli occhi è quello di Camaiore, che una volta poteva essere considerata una delle roccaforti della passione venatoria dall’alto dei suoi 1.247 praticanti censiti nel 2001-2002; quel numero oggi si è quasi dimezzato, precipitando a quota 755. In picchiata anche i tesserini venatori rilasciati a Viareggio e Forte dei Marmi, dove si è passati rispettivamente dai 756 e 190 di inizio millennio agli attuali 441 e 99. A Massarosa il calo è stato di quasi 300 unità raffrontando i 458 attuali cacciatori con i 741 del 2001. Decisamente più contenuta l’erosione a Pietrasanta, con i 672 tesserini rilasciati sedici anni fa e che ora si sono ridotti a 488. Un centinaio invece le unità perse a Seravezza nello stesso periodo: erano 298, sono 204. Persi per strada circa un terzo dei cacciatori anche a Stazzema (da 156 a 115). «Le leggi via via introdotte – sottolinea il presidente di Federcaccia Lucca, Pasquino Luchini – hanno ridotto spazi e tempi in cui esercitare l’attività venatoria. Non va poi sottovalutata la questione economica: i cacciatori hanno un’età media sui 70 anni, sono quindi pensionati, e con quello che prendono non riescono più a sostenere la loro passione.

Luca Vagnetti