Brosio: “Non copro gli abusi dei preti, si puniscano i colpevoli",

Dopo le polemiche con Serena Grandi nel programma tv della D’Urso il popolare personaggio difende il clero: "La maggior parte vive nella santità"

Papa Francesco benedice il mattone del cuore simbolo della raccolta dei fondi per l’ospedale di Medjugorje

Papa Francesco benedice il mattone del cuore simbolo della raccolta dei fondi per l’ospedale di Medjugorje

Forte dei Marmi 12 novembre 2019 - “Difendo con forza la mia religione e la stragrande maggioranza di sacerdoti, suore e vescovi che svolgono il loro indispensabile lavoro nella santità e nel rispetto dei valori cristiani. Questo non vuol dire che io copra i presunti abusi sui minori e anzi ribadisco con forza che si debba fare piazza pulita nelle competenti sedi giudiziarie di quei preti o di quelle suore, o di quei vescovi che si rendono veramente colpevoli di atti gravi”. Il giornalista e scrittore Paolo Brosio puntualizza la sua posizione dopo le polemiche scaturite dalla puntata di ieri sera di “Live non è la D’Urso” su Canale 5. Nel programma di prima serata della rete Mediaset è stato affrontato l’argomento delle suore incinte in Sicilia, di alcuni presunti episodi di violenze e di pedofilia che sarebbero stati posti in essere da sacerdoti delle diocesi italiane, e ancora di altri episodi di preti che sono stati scomunicati perché si sono sposati con altri uomini e che continuano a celebrare la santa messa in altre confessioni cristiane o presunte tali.

“Di fronte a questa serie di episodi, casi di cronaca estremamente negativi per la chiesa cattolica – sottolinea Brosio - ho preso con forza le difese della mia religione sostenendo in sintesi che non si può parlare solo di episodi drammatici e vergognosi, ma ho sottolineato che la chiesa cattolica è rappresentata in stragrande maggioranza da sacerdoti, suore e vescovi che svolgono il loro lavoro nella santità e obbedienza ai valori cristiani e nel silenzio della quotidianità”.

Brosio arriva quindi al punto cruciale. E spiega: “Di fronte all’ennesimo racconto dello stesso episodio dell’attrice Serena Grandi che ha riferito di essere stata costretta da piccola a baciarsi con un’altra bambina dal suo parroco, ed essendo lo stesso racconto più volte detto e ridetto e ripetuto nella stessa serata, e dopo che più volte avevo sottolineato che chi subisce deve denunciare e fare nomi e cognomi, mi è uscita proprio dal cuore la frase ‘chi se ne frega’. Non per coprire bensì per rimarcare l’inutilità dello stesso racconto se poi non si procede con la denuncia facendo nomi e cognomi. Pareva infatti che il racconto venisse ripetuto solo per rimarcare ulteriormente ed arricchire le accuse alla chiesa come si trattassero di più episodi diversi”.

Brosio evidenzia che “la mia frase male interpretata è stata ripresa da varie fonti giornalistiche ma tengo a ribadire che le mie parole sono state distorte dalla numerosa schiera di opinionisti presenti che certamente non hanno dimostrato di avere cuore i valori sacri e la santità della chiesa cattolica”. Le parole di Brosio sono cariche di amarezza. “Ho passato una vita intera – spiega - come inviato speciale di cronaca nera giudiziaria sia in alcuni dei quotidiani più importanti d’Italia, e poi nei più prestigiosi telegiornali nazionali di Mediaset per raccontare abusi e sopraffazioni, denunce e condanne con sentenze certe e non chiacchiere e non sono certo io, ora, a voler coprire i presunti abusi a danno dei minori. Mi viene veramente da ridere. Nella stessa serata più volte ho ribadito la necessità che si faccia piazza pulita nelle competenti sedi giudiziarie di quei preti o di quelle suore, o di quei vescovi che si rendono veramente colpevoli di atti gravi”.