Briatore striglia la Versilia: "Puoi stare sul mercato solo se punti sulla qualità"

L'imprenditore: "E' necessario rinnovare infrastrutture e servizi"

Flavio Briatore

Flavio Briatore

Viareggio, 7 agosto 2018 - «Quest'anno c’è molta meno gente in Versilia rispetto al passato, così come del resto in altre località italiane: la gente, quando va da tempo nella stessa località e vede che niente cambia, allora cambia posto...». Ha le idee chiare Flavio Briatore su quella che al momento è la crisi di presenze registrata sulla riviera toscana, ma anche in altri luoghi della penisola. L’imprenditore dei brand di lusso, che dal 2001 a Marina di Pietrasanta ha aperto il celebre ‘Twiga’, ha un occhio di riguardo per questo lembo di costa. Cui è affezionato non solo per motivi di affari e dove, quando può, si ferma qualche giorno nonostante la sua attività sia concentrata anche in altre prestigiose zone in cui ha aperto locali, ovvero Dubai, Principato di Monaco e Londra.

Insomma Briatore, quella che stiamo vivendo è un’estate anomala... «Il problema è generale. Nel settore turistico bisogna investire di più. Per esempio, in Versilia mancano alberghi a cinque stelle che portino un certo tipo di clientela. Abbiamo già ottimi alberghi ma piccoli, dove magari non trovi camere per soddisfare certe esigenze. Credo che si debba puntare sempre di più sulla qualità, e solo in questo modo dunque si potranno attrarre flussi svedesi, tedeschi e americani. Guardate cosa sta accadendo a Mikonos, ora al top, e in Turchia e Croazia: sono in crescita perché lì ci sono hotel spettacolari, i brand conosciuti in tutto il mondo. Se in Versilia ci fossero più alberghi di un certo tipo, potrebbero decollare le presenze anche in aprile maggio e comunque in altri periodi dell’anno».

Sarà uno dei problemi, ma non certo il solo. «Ovviamente. In Versilia come altrove, vanno soddisfatti tutti i tipi di bisogno. Anche un campeggio, se tenuto bene e con ottimi servizi, dà la possibilità ai giovani di venire qui in vacanza. Una questione, quella dei servizi, che è generale: non basta più offrire una tenda sul mare, oppure una sdraio e un ombrellone».

Cosa serve quindi? «Ci vogliono infrastrutture, delle belle Spa e un campo da golf. In Versilia con le piste ciclabili per esempio si è già avanti. Però ripeto: si deve fare ancora molto per diversificare l’offerta. E’ quella la strada giusta per tornare ad attirare di nuovo i visitatori. Gli arrivi peraltro ormai sono concentrati nel week end: prima qui le famiglie arrivavano appena finita la scuola, e si trattenevano almeno per due mesi, ora è tutto cambiato. E si privilegiano quelle località dove si divertono sia i bambini che gli adolescenti, i giovani e gli adulti».

Non intende certo i villaggi turistici. «Assolutamente no. Quelli non portano nulla come ricaduta sul territorio, perché consumi tutto lì dentro. E’ proprio il territorio invece che deve fornire le attrattive giuste e mettersi al passo con i tempi».

E Briatore scommetterebbe di nuovo su un locale come il Twiga? «Certo, il bilancio è più che positivo: abbiamo dato lavoro a tanti ragazzi e creato un’eccellenza del divertimento che anche adesso è gestita molto bene da Dimitri e Daniela. Il Twiga lo rifarei senz’altro».

E magari in futuro anche un nuovo investimento in Versilia, proprio su quegli alberghi di fascia alta che mancano. «Adesso stiamo investendo su New York e non è in programma un altro progetto in Versilia. Ma non si sa mai...».

Mi dica un’altra cosa che manca per il rilancio. «Il problema vero, non solo in Versilia, è che gli italiani sono dei soliti. Serve più collaborazione tra gli enti pubblici oltre che tra gli imprenditori: noi per esempio siamo abituati ad avere concorrenza e la apprezziamo, perché rende tutti più onesti e tutti migliorano».