Viareggio, il caro-luce brucia la cartapesta. "Crearla è diventato insostenibile"

Le bollette impazzite rischiano di mettere il cappio alla tradizione secolare dei maestri carristi. "I prezzi dei materiali sono alle stelle e non possiamo più permetterci di usare gli essiccatori"

Una fase di lavorazione della cartapesta di un mascherone, divenuta costosissima

Una fase di lavorazione della cartapesta di un mascherone, divenuta costosissima

Viareggio, 8 settembre 2022 - Quasi un secolo fa, il genio di Antonio D’Arliano tirò fuori un’autentica magia partendo da materiali di recupero. Acqua, farina e carta: et voilà, nel 1925 sfilò il primo carro di carta a calco, la cartapesta viareggina iscritta nella tradizione della città, marchio di fabbrica del Carnevale.

Una tradizione che in parte è stata superata dalla sperimentazione di nuovi materiali, ma che è sempre rimasta un tratto distintivo dei carri allegorici. Ora, però, c’è il rischio concreto che il fil rouge che lega il lavoro dei maestri della Cittadella ai loro avi di cent’anni fa venga spezzato. "Con il costo della luce schizzato alle stelle – mette in guardia Roberto Vannucci – la cartapesta non sarà più sostenibile".

"Personalmente continuo a usare molta cartapesta nelle mie costruzioni – spiega Vannucci, due volte vincitore della Prima Categoria –; un conto è usare il polistiolo e rivestirlo di carta che si può far asciugare all’aperto; altra cosa è creare le forme di cartapesta. In questo caso, vanno fatte asciugare nell’essiccatore che abbiamo alla Cittadella ed è un costo importante. Di base, nel periodo clou, spendo circa 4mila euro di luce: se davvero il costo è triplicato, si sale a 12mila e realizzare la cartapesta d’inverno diventa problematico. Oltre tutto, io inizio a lavorare a ottobre, come da contratto: sono mesi freschi, umidi, ed è indispensabile usare il forno". Se poi si aggiunge il costo dei materiali, si capisce che i bilanci rischiano di saltare. "Il ferro già lo scorso anno era aumentato di tre volte. In queste condizioni, è sempre più difficile fare un carro. Siamo l’unico settore che non si è visto riconosciuto un adeguamento ai costi lievitati. Ci muove la passione, come sempre, e andiamo avanti. Ma a fronte di costi sempre più alti".

I conti sono presto fatti: "Solo il forno essiccatore a cose normali costava 50 euro a notte. E’ chiaro che bisognerà prendere delle precauzioni e adottare degli accorgimenti: la cartapesta già in condizioni normali costa il doppio del polistirolo, ha una lavorazione completamente diversa... ma risparmiare rimane difficile: dalle ultime stime, si parla di un aumento del 40 per cento anche per il polistirolo".

In una situazione di questo tipo, i carristi si aspettano una mano tesa. "Sono almeno cinque anni che non abbiamo aumenti e nel frattempo i costi sono sempre saliti – conclude Vannucci – fino a diventare insostenibili. La mia storia racconta di carri enormi, altissimi: ma forse anche io dovrò adeguarmi perché sarà sempre più difficile fare dei carri giganteschi. La Fondazione dovrebbe mettere sul tavolo la questione: bisogna capire come muoversi per non farci schiacciare".

Sulla stessa lunghezza d’onda Jacopo Allegrucci, due volte vincitore della Prima Categoria. "Il caro bollette influenzerà sicuramente il nostro lavoro – spiega –; abbiamo un forte consumo di corrente per quanto riguarda la lavorazione, tra macchinari ed essiccamento delle forme. E non pensiamo solo al caro bollette: i materiali sono andati alle stelle. Il ferro è triplicato. Bisognerà stare molto, molto attenti. Un esempio semplicissimo: la farina costava 30 centesimi al chilo, adesso sta a 84. Costa poco, ma bisogna considerare che ne usiamo tanta. E poi ci saranno le bombole, le miscele per saldare, gli ossigeni. Servirà la dote dell’oculatezza, altrimenti rischiamo di fare... un carnevale". Per un appigglio, bisogna guardare al futuro. "Il prossimo anno è prevista la stesura del nuovo bando – chiude il campione in carica –; magari si potrà provare a parlare di questi problemi anche con la Fondazione Carnevale".