Bloccate in Sudafrica per la variante Omicron

E’ durata tre giorni l’odissea di madre e figlia. Situazione sbloccata dalla Farnesina che metterà a disposizione un aereo militare

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E’ durata tre giorni l’Odissea di Sara, bloccata nella terra dei Boeri dalla variante Covid sudeafricana, la Omicron. Con la madre anziana e le ceneri del fratello. Un volo militare, messo eccezionalmente a disposizione dei civili dall’ambasciata, dovrebbe riportale in Italia martedì, all’aeroporto di Pratica di Mare.

Sara Cupiti, viareggina, è lontana da casa da oltre dieci giorni. Da quando il 16 novembre è partita da Firenze – dove vive da 7 anni – insieme alla madre Italia "Lia" Losa, 83 anni. Sono volate a Johannesburg per riportare a casa un fratello e un figlio, Pierpaolo. Professore in comunicazione all’università locale, scomparso improvvisamente il 10 novembre. "Quando abbiamo ricevuto la notizia – racconta Sara – ci siamo organizzate e siamo partite". L’arrivo a Città del Capo, poi il trasferimento a Johannesburg per sbrigare le pratiche burocratiche per riportare in patria Pierpaolo, partito quando aveva 24 anni per fare ricerca. Dopo aver girato mezzo mondo aveva trovato casa nella ’città dell’oro’. Dove è morto a 53 anni.

Quelle dolorose e complesse pratiche per il rimpatrio, però, hanno richiesto più tempo del previsto, e nel frattempo in Sudafrica è scoppiata l’emergenza Omicron. L’Europa ha alzato un muro, e così Sara e sua madre sono rimaste bloccate. Oltre quel muro. A dodicimila chilometri di distanza dalla loro famiglia. A Rignano vivono infatti i due figli di Sara, una ragazza di 16 anni e un bimbo di 7 affetto da autismo. "Non siamo mai stato lontani per così tanto tempo, prima di partire – racconta Sara – gli avevo promesso che sarei tornata a casa questo lunedì. E lui ha cominciato a fare il conto alla rovescia". E lei con lui. Quel conto, però, ha rischiato di saltare. Insieme ai piani di rientro.

"Avevamo prenotato un volo della SwissAir – spiega Sara – . Saremmo dovute atterrare in Svizzera lunedì e poi raggiungere Firenze". Ma a causa dell’improvvisa sospensione dei voli per l’emergenza sanitaria "la compagnia – prosegue – ci ha comunicato che avrebbe imbarcato soltanto cittadini svizzeri". Non c’era nessun altro volo, nessun modo per tornare a casa. Sara non si è arresa, ha smosso mari e monti per mantenere la promessa fatta al figlio. Ha lanciato un video-appello, con una richiesta d’aiuto alle autorità italiane, che ha fatto il giro della rete. In serata la situazione si è sbloccata, l’ambasciata italiana ha messo a disposizione di Sara e Lia un aereo militare che partirà lunedì notte da Città del Capo. Questa mattina Sara e Lia si sottoporranno ad un tampone, poi si imbacheranno per un volo interno che da Johannesburg le accompagnerà nella capitale. Non c’è tempo da perdere, perché in Sudafrica tra poche ore potrebbe scattare il lockdown. "Abbiamo prenotato una stanza in un albergo a 500 metri dall’aeroporto, ora – conclude Sara – spero di poter portare a casa mia madre e mio fratello. E poter riabbracciare i miei figli". Perché le mamme non tradiscono mai le promesse importanti.

Martina Del Chicca