Nuova udienza ieri in trbunale a Lucca al processo per la morte della piccola Sofia Bernkopf, la dodicenne di Parma deceduta il 17 luglio 2019 all’Opa di Massa quattro giorni dopo il fatale incidente nella piscina del bagno “Texas“ di Marina di Pietrasanta. La bimba rimase con i capelli impigliati nel bocchettone di aspirazione dell’idromassaggio e non riuscì a risalire in superficie.
Ieri è stato ascoltato in aula un dipendente della ditta addetta al trattamento acque dell’impianto: ha chiarito che il contratto riguardava solo il controllo igienico-sanitario dell’acqua delle piscine, e non la regolarità degli altri impianti, in particolare del sistema di aspirazione dell’idromassaggio.
Ascoltato anche Maurizio Berti, consulente del pm per la parte informatica, legata ai telefoni degli indagati, alla video sorveglianza con l’acquisizione delle immagini e, in ausilio dell’ingegner Orsini, ai rilievi effettuati sott’acqua nella parte di piscina dove si verificò la tragedia. Confermata anche la circostanza che non furono conservate, da parte dell’azienda fornitrice del servizio, le registrazioni delle immagini delle telecamere sistemate nella zona della reception, sebbene piuttosto distanti dall’area della piscina. Su questo il pm Salvatore Giannino aveva a suo tempo segnalato l’accaduto alla Procura di Roma, per competenza.
Alla prossima udienza del 25 marzo saranno escussi i testimoni e i consulenti tecnici delle parti civili assistite dall’avvocati Stefano Grolla del foro di Vicenza. I genitori di Sofia, sempre presenti a tutte le udienze, si dicono "soddisfatti della meticolosa attività svolta dal pm Giannino, che ha messo in luce tutte le condotte illecite e le violazioni di legge che hanno causato la morte di nostra figlia".