Bagnini alla Lecciona Il Comune non risponde

La Guardia Costiera ha inviato una lettera all’amministrazione proponendo l’idea delle isole blu. Dal 4 febbraio nessun cenno

Adesso che il dissesto è superato, che le casse del Comune hanno risorse da destinare alla "bellezza", che la Lecciona ha uno spicchio di spiaggia dedicato ai nudisti, l’amministrazione Del Ghingaro potrebbe anche investire sulla sicurezza dell’arenile, frequentato da migliaia di persone. Oltre due chilometri a ridosso del Parco tra Viareggio e Torre del Lago. E un’ipotesi di piano per la sorveglianza della Lecciona il comandante della Capitaneria di Porto, Alessandro Russo, ha provato a presentarlo al Comune. Senza ricevere, però, alcuna risposta. La prima lettera risale allo scorso 4 febbraio, "Mi sono permesso di suggerire all’amministrazione l’idea di creare delle isole blu, almeno sette o otto in prossimità dei vialetti di ingresso che attraversano le Dune, così da garantire il minimo di sicurezza necessaria per i bagnanti che frequentano la spiaggia libera", per piacere o per necessità.

"Così che un padre, una madre, o i nonni che arrivano alla Lecciona con un figlio e un nipote – prosegue Russo – sappiano che intorno a quell’isola c’è un bagnino, e che in quel punto qualcuno vigila su di loro". Non è il massimo che si può fare, "servirebbero 24 o 25 postazioni per garantire un controllo capillare", ma è pur sempre qualcosa, "che in piena stagione, quando l’afflusso sulla Lecciona è massiccio, è pur sempre meglio di niente". A quella lettera, però, "non è seguita alcuna risposta". Così cinque giorni fa il comandante della Guardia Costiera ha inviato un sollecito, "attendo adesso che il Comune risponda, magari con una proposta per il fine settimana. Per luglio o agosto..."

Per legge la Capitaneria non può imporre la sorveglianza sulle spiagge libere, i Comuni possono infatti scegliere di delegare la sicurezza a dei cartelli che informano i bagnanti dell’assenza di vigilanza e quindi dei rischi che corrono tuffandosi in mare. "Nel caso – conclude il comandante Russo – ho chiesto che ne venga installato uno ogni 150 metri, tradotto in sei lingue, compreso l’arabo e il romeno, affinché il pericolo sia il più chiaro possibile".

Mdc