Asta fissata al 30 luglio C’è il prezzo: 62,5 milioni

Il curatore Della Santa ha completato l’atto. La vendita comprende i due cantieri di Viareggio e La Spezia, il logo e uno yacht in costruzione

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Il futuro della Perini Navi potrà essere delineato in maniera più chiara a partire da fine luglio. Il curatore fallimentare Franco Della Santa ha infatti fissato proprio al 30 luglio la data dell’asta unica dell’ex colosso della nautica viareggina dichiarato fallito lo scorso 29 gennaio con sentenza del Tribunale di Lucca, già ribadita in sede di appello. La base d’asta è stata fissata a 62,5 milioni di euro e come già anticipato da tempo sarà unica per Viareggio e Spezia. Nel dettaglio il curatore fallimentare in questi mesi di intenso e duro lavoro ha stimato in circa 23 milioni e mezzo il valore del cantiere navale di Viareggio e di poco più di 21 milioni il valore del cantiere spezzino. L’asta prevede inoltre un compendio immobiliare nel comune di Pisa del valore di 75 mila euro e uno yacht in costruzione pari a 2 milioni e 100 mila euro. Nel pacchetto da mettere all’asta anche il marchio Perini Navi stimato dal curatore fallimentare in poco meno di 13 milioni di euro, oltre a strutture e macchinari interni dei due cantieri per un valore di 1,8 milioni di euro.

L’asta si svolgerà alle 15 del 30 luglio nella sede legale della Perini Navi in via Coppino 114 in presenza del curatore fallimentare Franco Della Santa, del notaio Lamberto Giusti, del giudice delegato Carmine Capozzi. Le aziende interessate a rilevare il prestigioso marchio della Perini – e a quanto pare ci sono già state delle manifestazioni di interesse – dovranno versare dieci milioni a titolo di acconto. Ogni rilancio dell’offerta dovrà essere superiore al mezzo milioni di euro.

Un punto fermo e inderogabile fissato da curatore fallimentare riguarda il mantenimento dei livelli occupazionali: l’offerente dovrà pertanto impegnarsi ad acquisire tutti i lavoratori dipendenti (circa 75 persone a Viareggio e Spezia, fra dirigenti, quadri, impiegati e operai) in forza alla Perini Navi al momento del fallimento.

E proprio i lavoratori, come si sa, stanno sopportando il peso maggiore del fallimento della Perini. La Cassa integrazione sta arrivando a singhiozzo per ritardi al momento imputabili all’Inps e non alla curatela. Dopo che era stato accreditato (in ritardo) il bonifico di marzo, da quel momento la Cassa integrazione si è nuovamente fermata. E così i dipendenti (e le loro famiglie) attendono ancora le mensilità di aprile e maggio. E giugno è ormai quasi finito. L’eventuale vendita all’asta della Perini potrebbe avere un immediato beneficio anche sul fronte della Cassa Integrazione. Quella attuale scade a gennaio 2022. Ma un eventuale compratore, in attesa di far ripartire il cantiere e di acquisire nuove commesse, potrebbe chiedere fino a due anni di Cassa integrazione. La speranza dei dipendenti è che il cantiere venga rilevato da un gruppo industriale solido con alle spalle una specifica esperienza pregressa nel mondo della nautica.

Paolo Di Grazia