Patrimonio, all’asta altre 10 case

Alloggi comunali del fallimento: gli inquilini sono stati trasferiti all’Erp. Il caso piscina. Tempi ancora lunghi per l’accatastamento, i diritti e il calcolo Imu

Il curatore Bellomo (a destra)

Il curatore Bellomo (a destra)

Viareggio, 15 aprile 2019 -  Vanno all’asta anche le altre case comunali, quelle dell’emergenza abitativa, finite nel tritacarne del fallimento della Patrimonio Srl. Quelle finora occupate da inquilini, che si sono o si stanno liberando, facenti parte del blocco di immobili che all’ultima asta erano ancora tutti occupati dagli assegnatari.

Con la fame di alloggi che c’è, e coi prezzi stracciati delle aste fallimentari, rispetto a quelli di mercato che a Viareggio restano stratosferici nonostante la crisi del mattone, la prima asta di case comunali fu un razzo. La valutazione media a base d’asta, escluse le spese burocratiche, era circa 80 mila euro. Un’inezia, per Viareggio. Ed è presumibile che anche i nuovi alloggi nelle mani della curatela, pronti per essere venduti, troveranno acquirenti al volo. Gli alloggi ancora da alienare sono all’ex Tabarracci o in altre ubicazioni sparse.

Il curatore Donato Bellomo, già l’anno scorso, aveva detto che prima di mettere gli inquilini in strada avrebbe cercato accordi col comune e la Regione. Nessuno dei due enti, a quel che si sa, ha mai risposto agli appelli del curatore. Ma nel frattempo alcuni assegnatari degli alloggi per l’emergenza abitativa hanno traslocato in case assegnate dall’Erp, e altri stanno per trasferirsi.

Così la curatela fallimentare sta preparando il bando d’asta pubblica per un’altra decina di abitazioni. In una città che ha scarsa memoria per quel che non è Carnevale, vale la pena ricordare che queste case furono realizzate o acquistate dal comune, ai tempi del sindaco Marco Marcucci, usando i proventi della vendita dei suoli dei negozi della Passeggiata; la proprietà degli alloggi fu poi passata, come capitale sociale, alla Patrimonio Srl; quando la partecipata è fallita, le case sono finite alla curatela per essere vendute allo scopo di ripagare i creditori della partecipata come imposto dalla Legge fallimentare. In altre parole, la città ha perso i suoli della Passeggiata, e poi anche il controvalore in alloggi. Dal 2004 al 2015, i viareggini sanno chi ringraziare: o no?

Intanto, il curatore Bellomo ha smentito che ci siano problemi nel perfezionamento della vendita dell’ex piscina comunale, anche quella finita all’asta con altri beni che erano stati assegnati dall’ente locale alla Patrimonio. «Il compratore ha già versato l’intero saldo del prezzo dell’aggiudicazione – dice il dottore Bellomo – Manca solo il versamento di 20 mila euro per i diritti del decreto di trasferimento, un’inezia». L’acquirente, la società Acquasalus di Milano rappresentata da Fabio Bordin, ha èagato la struttura 630 mila euro.

L’aggiudicatario avrebbe chiesto una modifica dell’accatastamento della piscina, che richiede un ingente restauro, per non pagare troppa Imu. Piuttosto, dicono che l’imprenditore lombardo sia rimasto sconcertato per la fredda accoglienza che ha trovato in città. Evidentemente la città ha già dimenticato le manifestazioni, organizzate quando l’impianto fu chiuso, coi bambini usati per reggere lo striscione «La piscina è un diritto».

b.n.