Se fosse stato ancora in mezzo a noi, oggi non avrebbe mancato l’appuntamento con l’evento in calendario al teatro dell’Olivo di Camaiore: la festa del ciclismo della provincia di Lucca, a conclusione di un anno sportivo ricco di soddisfazioni. Sì, perché Angelo Pardini – scomparso all’inizio di luglio di nove anni fa – lo sport delle due ruote lo aveva ‘intarsiato’ nel suo Dna. Il tutto accompagnato da una spiccata capacità organizzativa, abbinata ad un tatto e un’umanità fuori dal comune, tanto da ricoprire incarichi di rilievo non solo nelle società (era stato a lungo il segretario del Gs Versilia) ma anche in federazione, come giudice di gara. Ma Angelo Pardini non era solo l’uomo del ciclismo. Nel lavoro (con un ruolo di grande responsabilità nel mondo delle assicurazioni) era una persona di una disponibilità unica. Sempre con una soluzione a portata di mano, anche quando il problema da risolvere poteva sembrare la proiezione di un enigma di algebra cinese. Sapeva trovare la chiave di lettura, in grado di mediare fra assicurazione e assicurato. Il più delle volte era sufficiente una stretta di mano. Da galantuomini. Nella notte fra il 29 e il 20 giugno 2009, le ore tremende e indimenticabili del disastro ferroviario, Angelo Pardini era fra i soccorritori. Armato di senso civico e con uno spiccato senso di solidarietà, così come tante altre persone, si mise a scavare, a prestare aiuto a chi aveva bisogno, attorno a via Ponchielli e via Porta Pietrasanta. A chi lo incontrò, con il volto stravolto e le lacrime agli occhi disegnò la situazione "è un disastro. ci sono molti morti, anche bambini". E sulla spinta emotiva che coinvolse tutta la città, Angelo Pardini una volta passata l’emergenza del primo momento, si mise all’opera per organizzare qualcosa che potesse far conservare nel tempo il ricordo di una notte di dolore e disperazione. Da una costola del gruppo donatori di sangue Fratres (ovvero la solidarietà che si tocca nei momenti del bisogno) nasce l’associazione “29 giugno” nel quartiere Viareggio Nuova, con lo stesso spirito di servizio per gli altri, mettendo a disposizione sangue, plasma e piastrine. Altruismo allo stadio puro. Anche per questo slancio organizzativo, quando arrivò all’improvviso la notizia della scomparsa di Angelo Pardini, il dolore andò a sommarsi a quello del 29 giugno 2009.
CronacaAngelo, due ruote e tanto altruismo