Anche la giuria ha scoperto il "marketing"

La scelta di indicare i vincitori "a rate", con la narrativa per ultima, è una chiara operazione in linea coi tempi della comunicazione moderna

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Premio ViareggiO Répaci il giorno dopo. I commenti sui libri vincitori e sulla cerimonia finale sono argomento di conversazione di molti viareggini e non, affezionati alla manifestazione letteraria che ha già spento 93 candeline.

Libri in gara: il vice presidente della giuria, Leonardo Colombati, parlando della sezione poetica, ha detto che la qualità era alta. Sicuramente spunti interessanti si sono ritrovati in tutte le sezioni, dalle poesie di Claudio Damiani di “Prima di nascere”, al romanzo sulla vita di Raul Gardini “Il tuffatore” di Elena Stancanelli, a quello vincitore di Veronica Raimo “Niente di vero” con la sua verve dissacrante, ai saggi, come quello su Joyce a Roma di Enrico Terrinoni, o il libro vincitore della sezione di Silvia Ronchey, sulle ultime fasi della vita di di Hillman e il suo viaggio a Ravenna.

Altri premi: oltre ai tre classici per poesia, saggistica e narrativa, la giuria del premio letterario storicamente ha aggiunto e tolto a suo piacimento (spesso quello del presidente) altri riconoscimenti. In questa edizione è ritornata l’Opera Prima, assegnata al figlio d’arte Pietro Castellito, incerto tra la narrativa, la carriera da attore o da regista. Alla domanda esplicita di Mieli su che cosa preferirebbe fare ‘da grande’, ha risposto il regista, ma per film scritti da lui. Talento da vendere, in ogni caso. Altri premi sono stati quello giornalistico alla giovane corrispondente del “Financial Times”, l’opinionista politica Silvia Sciorilli Borrell e alla direttrice delle testate QN Agnese Pini. Con le due giornaliste Mieli ha parlato delle prossime elezioni politiche. Con il Premio Internazionale, assegnato al polacco Wlodek Goldkorn ci si è spostati sulla politica estera e la guerra in Ucraina. Senza mezzi termini Goldkorn ha detto che si tratta di una guerra di aggressione che ci spiazza, di chi sta tentando di ricreare un impero zarista. A suo parere si arriverà ad un cessate il fuoco, non ad una vera pace.

Cerimonia: bella location, fronte mare, in una della piazze rappresentative della città, molto scorrevole la serata. Ma l’ingresso libero del pubblico non era così libero, visto che la maggior parte dei posti era riservata ad autori, editori, amministrazione comunale e amici, e solo pochi posti sono rimasti per i primi arrivati. Lo spostamento a fine luglio è una strategia o una casualità? Dire prima i nomi di tutti i vincitori eccetto la narrativa? Sarà una strategia mediatica, ma di fatto erano presenti tutti e tre gli autori solo della narrativa e dei premi speciali, inutile non ammettere che chi sa già di non aver vinto, difficilamte si presenterà. anche se la giuria gli ha assegnato un riconoscimento. L’impressione generale è che il premio si sia adeguato ai tempi.

Chiara Sacchetti