Addio a Pietro Coveri, era il medico di tutti

Il suo ambulatorio era sempre aperto, soprattutto per gli 'ultimi'

Il dottor Pietro Coveri

Il dottor Pietro Coveri.

Viareggio, 21 gennaio 2018 - Ogni giorno. Ad ogni ora. Pietro Coveri era ‘il’ medico di famiglia. Le sue figlie, Flavia e Ilaria, e i suoi pazienti venivano prima di tutto. Sarebbe voluto andare in ambulatorio anche lunedì, nonostante quel malessere. E’ stata sua moglie, Barbara, ad insistere. Affinché, per una volta, il medico si prendesse cura di sé. Quindi la corsa al pronto soccorso dell’ospedale di Cisanello, un intervento d’urgenza. Ma, nonostante tutto, le condizioni di Pietro Coveri si sono aggravate. Se n’è andato nella notte tra sabato e domenica. Questa mattina tornerà a Viareggio, dov’era nato sessant’anni fa, e dalle 14 alla Croce Verde pazienti e amici potranno portare l’ultimo saluto. Non con un fiore, ma con un gesto di solidarietà.

Elegante, colto, ma soprattutto generoso. Ricordiamo quando, ormai 2 anni fa, il dottor Coveri aprì le porte del suo studio a Rosario. Lesse la sua storia proprio sulle colonne del nostro giornale, non rimase indifferente come invece decine di altri occhi. A Rosario era stato diagnosticato un tumore, ma non avendo una residenza gli veniva negato il diritto al medico della mutua. Coveri si propose di trovare una soluzione, lo inserì tra i suoi mutuati. Rosario, oggi, ha superato la malattia. Ma soprattutto, da allora, non si è più sentito solo. Aveva il suo medico su cui contare. Pietro Coveri era proprio questo: un uomo e un medico su cui poter contare. Sempre.

Non c’erano orari, non c’erano feste. Il suo telefono era sempre accesso, e la sua casa un ambulatorio. Riceveva poi negli studi di Viareggio e Massarosa. «Quello di Bozzano era lo stesso ambulatorio consumato da suo padre Amerigo – medico come lui e come la madre Giovanna Del Magro, ricorda l’amico Renato Baccei –. In quella stanza, impregnato dal profumo dei toscani, senza alzare il capo dalla ricetta che stava scrivendo, diceva a chiunque, chiunque fosse, mutuato o no, ‘vieni avanti e siediti’...» Educato e informale. Così nella professione, come nella vita: «Lo ricordo seduto nelle tavole di gran classe – prosegue Baccei – come nelle pizzerie da battaglia». La passione per la montagna, da scalare a piedi d’estate e scendere veloce sugli sci d’inverno. E quella per il mare, da respirare sugli scogli a pieni polmoni e scoprire con le pinne e le bombole nelle sue profondità. Guardava al mondo Pietro Coveri, senza confini. «Un amico a cui non si poteva non voler bene – dice il dottor Enrico Petri –, un uomo della comunità, il medico di tutti. Mancherà».

Martina Del Chicca