Sant'Anna di Stazzema (Lucca), 24 marzo 2013 - I presidenti della Repubblica di Italia e Germania Napolitano e Gauck si abbracciano davanti al sacrario di Sant'Anna di Stazzema nel ricordo dell'eccidio nazista, quando i tedeschi trucidarono 560 persone tra cui molti bambini per rappresaglia il 12 agosto 1944. Una cerimonia intensa, con Napolitano che si commuove e alla fine dice: "Questo è il mio ultimo atto pubblico", ricordando l'imminente scadenza del settennato. Sono queste le istantanee di una cerimonia intensa e molto partecipata. C'era tanta gente al monumento di Sant'Anna di Stazzema a salutare i due presidenti. La pioggia e il freddo non hanno fermato i cittadini e la partecipazione. Davanti al monumento, lo storico commosso abbraccio tra i due presidenti. Un momento storico.

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"E' di grandissima importanza - ha detto il presidente Napolitano - che lei presidente Gauck sia qui. Lei che è stato tenace assertore di ideali di libertà e partecipazione civica, lei che da presidente della Repubblica Federale simbolo dell'unità della Germania. E' simbolo e protagonista dei principi di unità e solidarietà dell'Europa. L'Europa unita l'abbiamo costruita insieme in questi sessant'anni e la costruzione è lontano dall'essere terminata. Abbiamo fatto risorgere l'Europa dalla guerra e nell'89 dalle aberrazioni della guerra fredda, dall'autoritarismo dei paesi dell'Europa Centro Orientale". Napolitano fa riferimento al valore della memoria: "Tra le pietre con cui abbiamo costruito l'Europa Unita c'è la pietra della memoria, memoria che non può essere rimossa, memoria consapevole di tutti gli orrori del Novecento. Voi, amici di Stazzema, sapete come siamo fieri della prova di volontà e di riscatto che offrimmo tra il settembre '43 e aprile '45 con il movimento partigiano e la guerra dell'esercito di Liberazione. Una prova che offrimmo anche in queste valli sfidando quello che purtroppo venne a scatenarsi contro il popolo di Sant'Anna".

Memoria e condanna del passato, Napolitano dice: "Siamo orgogliosi ma non dimentichiamo i misfatti del fascismo, non lo cancelliamo solo perché siamo riusciti a liberarcene in modo straordinario. Mai abbiamo accettato che il popolo tedesco potesse essere identificato col nazismo. Mai abbiamo dimenticato la grande cultura tedesca, di cui si sono nutriti le scuole e gli intellettuali italiani".

Poi il presidente si commuove ricordando il massacro del ghetto ebraico di Varsavia. E chiude parlando del suo settennato ormai alla fine: "Sono contento che proprio questa intensa cerimonia sia l'ultima mia uscita pubblica del mio settennato. Porterò come memoria preziosa e come lascito l'esempio che lei mi dà di nobiltà d'animo e amicizia, presidente Gauck".

Francesco Marinari

Twitter: @framar1977