Viareggio, 25 ottobre 2012 - Pietrasanta, se mai ce ne fosse bisogno, conferma il suo ruolo di crocevia culturale nell’intero panorama versiliese. La dimostrazione, chiara e lampante, si è avuta ieri in occasione del consiglio comunale aperto convocato per discutere la decisione della giunta di collocare sulla facciata del Sant’Agostino l’altorilievo in bronzo di Igor Mitoraj che raffigura l’Annunciazione. Il primo a confrontarsi col pubblico nella sala dell’Annunziata del Sant’Agostino è stato il sindaco Domenico Lombardi, che ha sposato fin dall’inizio l’operazione-Mitoraj e ha spiegato perché.

«Dopo poche settimane dal mio insediamento — ha detto Lombardi — ho incontrato Botero e Mitoraj, chiedendo loro di proseguire nella feconda collaborazione con Pietrasanta. Il primo ha chiesto di realizzare una mostra per i suoi 80 anni e così è stato, mentre il desiderio di Mitoraj era di donare un’opera alla città. Mi prendo quindi tutte le responsabilità di questa decisione, ricordando che lo scorso 24 settembre, dopo un iter durato un anno e mezzo, la Soprintendenza di Lucca e Massa ha rilasciato l’autorizzazione a collocare la scultura indicando anche una serie di prescrizioni».

Dopo questo doveroso excursus, il primo cittadino si è tolto il primo sassolino dalla scarpa, rivolgendosi a coloro che lo hanno criticato in questi ultimi mesi, in particolare il comitato ‘La Piazza’, che ha raccolto 1.300 firme contro l’operazione-Mitoraj.

«Sinceramente ad oggi non conosco i componenti di questo comitato né ho ricevuto alcuna raccolta di firme — ha detto Lombardi — . Ho comunque ricevuto molte lettere e a queste persone non posso che ribadire che collocheremo l’opera e faremo una tavola rotonda alla presenza di esperti di caratura internazionale. Aggiungo che la verità non sta da una parte sola e che un sindaco deve prendere decisioni senza delegarle ad altri. Ma non condivido che un comitato, composto da artisti e artigiani, possa decidere se accettare o meno la donazione di una scultura e dove collocarla. Esistono dei ruoli e delle competenze che tutti siamo chiamati a rispettare. A chi dice di non volermi più rinnovare la sua fiducia, dico solo che il mio mandato non si caratterizza nel fare e decidere in funzione del voto elettorale. Amministro con la convinzione delle mie idee, con spirito di servizio e nel rispetto delle regole: non ho interessi personali o di altro genere. Ritengo infine pericoloso attaccare con acredine la comunità artistica che ha contribuito allo sviluppo della nostra città. Cosa sarebbe Pietrasanta senza i suoi artisti? Con chi lavorerebbero i nostri artigiani e chi muoverebbe la nostra economia?».

L'altro sassolino, grosso come un blocco di marmo, è scagliato contro i consiglieri di minoranza ma anche contro alcuni colleghi di maggioranza, come Lombardi ha fatto intendere. «Non condivido la strumentalizzazione politica di questa vicenda portata dalla minoranza in consiglio comunale, a cui non mi sono opposto sebbene si sposti una tematica artistica sul piano politico. So bene che è stato fatto solo per creare divisioni nella maggioranza e mettermi in difficoltà. Allo stesso modo è possibile che ci siano anche iscritti e simpatizzanti del mio stesso partito che usano questa situazione per logorare il mio ruolo di sindaco e per altre valutazioni di prospettiva politica futura. Le ferite del fuoco amico sono quelle che fanno più male e tendono a guarire con più difficoltà».

Il sindaco ha anche elencato le voci autorevoli che si sono levate a favore della collocazione dell’opera: Giuliano Vangi, Manlio Cancogni, Philippe Daverio, Marilena Pasquali. Ha anche citato il precedente delle polemiche che accompagnarono la realizzazione da parte di Botero degli affreschi nella chiesa di Sant’Antonio, e che «oggi sono una fonte d’attrazione per i visitatori». Prima di lasciare la parola ai 18 interventi in scaletta, Lombardi ha concluso ricordando la «grande opportunità di dare alla città un gioiello d’arte che ne accrescerà il pregio e il richiamo».

Daniele Masseglia