Viareggio, 25 maggio 2012- "Vogliamo chiudere le indagini prima del 29 giugno". E’ questa la promessa che a quasi tre anni dalla strage di via Ponchielli il procuratore capo Aldo Cicala si sente di fare ai familiari delle vittime e alla città di Viareggio. "Sviluppi nell’inchiesta - dice - non ce ne sono. Diciamo che tutto sta procedendo secondo i nostri piani e salvo imprevisti dovremo essere in grado di chiudere le indagini per la data che tutti si attendono".

A quel punto la Procura sarà in grado di formalizzare la richiesta di rinvio a giudizio per tutti - o una parte - dei 37 indagati per la strage di Viareggio, fra i quali l’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti e altri vertici dell’azienda.

Come si ricorderà a settembre dello scorso anno si era concluso l’incidente probatorio con un esito finale non favorevole alla tesi accusatoria secondo cui lo squarcio della cisterna sarebbe stato provocato da un paletto di segnalazione. Per questo motivo la procura ha voluto effettuare un supplemento d’indagine anche per cercare di dimostrare che la tesi che ha portato avanti, supportato su basi scientifiche e suffragata dai consulenti tecnici, debba essere discussa in sede dibattimentale. Vedremo nelle prossime settimane quale piega potrebbero portare le indagini della Procura e se finalmente riusciranno a dare un indirizzo ben preciso verso la ricerca di verità e giustizia che da tre anni invocano i familiari delle vittime, i comitati e, in generale, tutta la città di Viareggio.


Ancora tutto da valutare, su altro fronte e su altro aspetto, l’impatto che può avere l’indagine a 360 gradi che sta facendo la Guardia di Finanza sui costi della ricostruzione. Le carte prese dal Comune, fa sapere il procuratore capo Aldo Cicala, non sono state sequestrate. Si è trattato di un’acquisizione di documento, effettuato dalla Guardia di Finanza nel pieno rispetto delle sua autonomia investigativa. Questo significa che al momento non c’è un fascicolo aperto in Procura né tanto meno ci sono persone indagate. La Guardia di Finanza sta facendo una ricognizione generale per verificare se tutto è stato effettuato secondo i criteri di legge. Un controllo, insomma, e niente più.