Forte dei Marmi (Lucca), 10 marzo 2012 - RIECCOLO, il figlio del Duce. La collocazione della scultura raffigurante Bruno Mussolini, deceduto nel ‘41 durante un addestramento in volo nei pressi dell’areoporto di Pisa, promette di scatenare un ‘caso’ a Forte dei Marmi. L’opera «L’aviatore» dell’artista Arturo Dazzi — noto regista della rappresentazione del virilismo mussoliniano — il 25 marzo alle 11,15 verrà inaugurata dal sindaco di centrosinistra Umberto Buratti, in collaborazione con l’Associazione Arma Aeronautica, nel parco di Villa Bertelli, ‘gioiello’ consacrato a tempio della cultura del Forte.

 

Una cerimonia con tanto di corteo d’apertura e concerto della fanfara a conclusione, per omaggiare una raffigurazione monumentale che, 14 anni fa, finì nel ciclone delle polemiche politiche sollevate proprio dalla sinistra. Era il 1998 quando l’allora sindaco di Forza Italia Roberto Bertola annunciò la collocazione dell’opera in marmo in piazza Etterbeek scatenando le ire di Roberto Pucci di Rc, del comitato Amos Paoli e dell’allora esponente dell’Ulivo Massimo Marsili che esternarono sulla stampa fiumi di polemiche.

 

«Quel busto ci offende», «è un oltraggio» si legge negli articoli della primavera del ‘98, con Rc che addirittura presentò una mozione nei consigli comunali di Viareggio e Forte per scongiurare l’annunciata parata interforze che sarebbe culminata con l’inaugurazione della statua. In quell’occasione l’amministrazione di centrodestra fece dietrofront annunciando che «il busto non era pronto». In effetti è dal 1987, anno della donazione della famiglia Dazzi al Comune (per una stima di 15 milioni di vecchie lire), che l’opera si trova nei laboratori della ditta Campolonghi. Per troppo tempo dimenticata, seppur intrisa di una storia suggestiva.

 

Era il 1943 quando Arturo Dazzi completò la scultura, alta 2,60 metri, su commissione di Benito Mussolini che voleva omaggiare il terzogenito aviatore prematuramente scomparso nel ‘41. Ma nessuno venne mai a ritirarla per la caduta del regime e «Bruno aviatore» (questo il nome originale) rimase nel giardino di Dazzi. Il giovane fiero in tuta da volo sarà adesso accolto con tutti gli onori da Buratti & co. proprio nel bel mezzo di una campagna elettorale...decisamente bipartisan.

Francesca Navari