Viareggio, 30 novembre 2010 - Mario Monicelli il viareggino. Una viaregginità, quella del maestro della commedia all’italiana, ricercata, voluta, rivendicata anche contro l’evidenza anagrafica. Il regista ha sempre affermato con energia di essere nato nella città del Carnevale e dei bagni di mare, il 15 maggio del 1915. Così la quasi totalità delle fonti, Enciclopedia Treccani inclusa, riporta nei dati biografici “nato a Viareggio”. Il dato anagrafico è però diverso. Le aride carte dicono che i natali di Monicelli sono romani. I genitori sono Tomaso, “letterato” (così scrisse l’ufficiale di anagrafe), e Maria Carreri.

 

La famiglia è originaria di Ostiglia, un borgo agricolo della Bassa Mantovana. Il padre Tomaso, giornalista e drammaturgo di buon livello, lavorò nella capitale, ma arrivò a stabilirsi anche a Viareggio, in un momento in cui la piccola città balneare viveva un’intensa stagione. Quasi tutto il teatro italiano gravitava da queste parti. La famiglia dev’essere arrivata a Viareggio nella seconda metà degli anni Venti. Il giovanissimo Mario aveva appena finito le elementari a Roma. I Monicelli si stabiliscono al Marco Polo e il futuro regista frequenta il ginnasio e i primi due anni del liceo al glorioso classico “Carducci”. Per Mario Monicelli Viareggio resta così la città della sua giovinezza, dei più fecondi stimoli culturali.

 

Ha ricordato di recente il regista, a proposito di quegli anni giovanili: “Ai miei tempi Viareggio era l’unica località turistica di livello internazionale, c’era un bel passaggio, anche di stranieri: facevamo la corte alle tante bonnes e schwester che arrivavano dalla Francia e dalla Germania, era diventato un centro culturale importante, animato da personaggi come Pea e Viani, erano gli anni della fondazione del Premio Viareggio. Il carnevale stesso aggiungeva qualcosa di più”.

 

Dunque dalla nostra città Monicelli ha avuto un duraturo imprinting che se non si è mai trasformato in banale nostalgia, ha comunque lasciato un retaggio importante. Da qui la continua, a tratti piccata rivendicazione della nascita viareggina. Chi scrive può ricordare un episodio risalente ai primi anni Novanta. Avevo visionato i documenti all’anagrafe e sapevo della sua “affettuosa” bugia sul luogo di nascita. Mi trovavo nel salotto di casa sua e parlando degli anni versiliesi, dei rapporti con gli Zacconi e i Forzano, delle incursioni giovanili negli studi di Tirrenia, di ‘Pioggia d’estate’, il mitico e perduto film girato a Viareggio nel 1937, gli dissi: ‘Monicelli, diciamo la verità. Lei è nato a Roma, anche se il suo cuore batte per la città di Lorenzo Viani...’ Lui sorrise causticamente e replicò: ‘Se lei scrive che non sono nato a Viareggio la querelo’.

 

Gli amici più stretti sapevano di questo suo vezzo di aggiustare il luogo di nascita. Suso Cecchi D’Amico, altra grande protagonista del nostro cinema, scomparsa recentemente, ha scritto: “Come me, Monicelli è nato a Roma per caso, e ciò esaspera la nostra rivendicazione alla toscanità”.

 

Il grande vegliardo del cinema italiano ha dimostrato attaccamento alla sua Viareggio, anche se non ha nascosto il suo disappunto per la decadenza intervenuta dopo l’ultima guerra mondiale. La città lo ha ripagato? Si può dire di sì. Nel 1985 il Comune organizzò una grande festa per i suoi 80 anni e dieci anni dopo è toccato a EuropaCinema soffiare sulle 90 candeline di un uomo che ha dato moltissimo alla cultura del nostro paese e a tutti noi, attraverso i suoi impareggiabili film.