Giovedì 25 Aprile 2024

Veronica Panarello: "Il nonno ha ucciso Loris perché sapeva"

La madre del bimbo ai pm: io e il padre di mio marito eravamo amanti

Il piccolo Loris

Il piccolo Loris

Roma, 20 febbraio 2016 - INTERROGATORIO fiume, iniziato di mattina e allungato fino a sera avanzata per chiarire, ricostruire, dare dettagli e particolari verificabili sull’ultima versione di Veronica Panarello, la donna rinchiusa nel carcere di Catania perché accusata di aver ucciso il figlioletto Loris Stival di 8 anni il 29 novembre del 2014. Lei, che di versioni ne ha fornite tante e altrettante ne ha ritrattate, ha confessato alla psicologa che la segue e, ieri, ai magistrati titolari dell’inchiesta, l’ultima verità: lei e il suocero Andrea Stival erano amanti ed è stato quest’ultimo ad uccidere il bambino strozzandolo con un cavo del computer mentre lei era stata costretta a legargli le mani con le fascette. Il movente sarebbe stato quello di impedire al ragazzino di rivelare a suo padre la relazione tra la madre e il nonno. Perché tra i due, dice oggi la donna, c’era un rapporto molto stretto che Loris aveva scoperto. Non è una ricostruzione del tutto inedita perché già circolata all’indomani del ritrovamento del corpicino del piccolo. Però ora Veronica deve convincere i magistrati che questa è davvero la verità e non l’ennesimo parto di una mente in difficoltà. Andrea Stival, iscritto sul registro degli indagati dalla Procura di Ragusa come atto dovuto, naturalmente nega e parla di «fantasie malate» della nuora.

IL NODO vero, però, per la mamma di Loris è dimostrare la sua ultima verità. Le telecamere non hanno ripreso il suocero quel giorno nei pressi della casa dove Loris è morto. E Veronica subito recupera: «L’ho incontrato per strada ed è salito in auto con me sdraiandosi sul sedile dietro per non farsi vedere». Ma poi cambia di nuovo: «Ho portato il piccolo a scuola e quando sono rientrata a casa mio suocero aveva già ucciso Loris, poi l’ho aiutato a far sparire il corpo». Dove gli elementi oggettivi non l’aiutano Veronica insiste aggiustando, modificando, adattando. Certo che è difficile per il pm Marco Rota – ieri è toccato a lui il lungo interrogatorio insieme con il capo della Mobile Antonio Ciavola e il capitano dei Carabinieri Domenico Spataro – valutare l’attendibilità della donna dopo i tanti racconti ascoltati. Il primo dei quali fu quello secondo cui Veronica aveva portato Loris a scuola, quel giorno.

IL LEGALE della signora, tuttavia, non ha dubbi. Sottolinea l’avvocato Francesco Villardita: «La Panarello fornisce movente, complice e dinamica del fatto e fornisce anche l’arma del delitto». Adesso partirà l’opera di riscontro di ogni singola affermazione e si cercheranno le prove della relazione che sarebbe alla base della morte del bimbo. Ma perché non ha parlato prima? Anche per questo l’avvocato ha una spiegazione: «Ha ricordato tutto quando è andata al cimitero a trovare il figlio. Poi ha avuto paura di ritorsioni sull’altro bambino».