Suicidio assistito, la battaglia di Laura prosegue. Diffida al Governo

La perugina Santi, malata di sclerosi multipla, dopo una denuncia penale e un ricorso d'urgenza, chiama in causa anche Palazzo Chigi. "Risposte sull'eutanasia"

Laura santi con i suoi legali

Laura santi con i suoi legali

Perugia, 5 giugno 2023 - Dopo l'esposto in Procura e la denuncia ai carabinieri contro la Usl Umbria 1 prosegue con determinazione la sua battaglia per introdurre anche in Umbria il suicidio assistito. Laura Santi, la giornalista perugina di 48 anni, malata di sclerosi multipla, tramite una diffida inviata oggi, chiede al Governo di intervenire per porre fine ad un silenzio che dura ormai da più di un anno e che vede parte del suo stallo nell’ “assetto organizzativo dei comitati etici”. La richiesta di Laura Santi al Governo è dunque chiara: la sentenza della Corte costituzionale numero 242/2019, che ha pieno valore di legge, affida ai comitati etici la funzione di esprimere un parere al fine di completare la procedura di accesso alla morte volontaria.

I comitati etici, attivati dall’azienda sanitaria competente, hanno il dovere di espletare tale funzione nel rispetto della sentenza della Corte costituzionale. "Nessuna riforma infatti ad oggi - dicono i suoi legali - ha inciso su tali funzioni previste dalla sentenza della Consulta". 

"Nonostante infatti la sentenza della Corte costituzionale abbia assegnato ai comitati etici attuali la funzione di esprimere un parere per garantire la tutela delle situazioni di vulnerabilità  – spiega l'avvocato Filomena Gallo - l’azienda sanitaria umbra continua a negare tale funzione affermando che il comitato etico “non ha ancora un assetto organizzativo ed operativo per esprimersi nella materia in oggetto”.

Non solo, l’azienda sanitaria, ha recentemente ribadito che “ad oggi l’assenza di un provvedimento normativo dedicato del legislatore nazionale, impedisce di soddisfare le esigenze manifestate dalla signora Santi, in un quadro di serena tutela anche degli operatori sanitari”.