Santopadre: "La Reggina ha violato le norme" Grifo-amaranto, botta e risposta infuocato

Dopo l’attacco in assemblea, la replica del club calabrese. Ma il Perugia insiste: "Invece di pagare le tasse hanno preso giocatori"

Perugia-Reggina, un botta e risposta che sicuramente avrà ancora strascichi. Perché per Massimiliano Santopadre non tutte le squadre in questo campionato avrebbero gareggiato con le stesse armi. Motivo per cui il presidente chiede giustizia e resta vigile in questa fase che al momento vede in bilico anche la Sampdoria. E così, dopo l’attacco diretto alla Reggina in occasione dell’assemblea di Lega di B ("spalleggiato" anche da altri dirigenti di club) è arrivata la replica degli amaranto.

Ma il Perugia, con un duro comunicato ufficiale, ha rincarato la dose e sottolineato come la Reggina anziché pagare tasse e contributi abbia usato le proprie finanze per comprare e mettere sotto contratto giocatori, e un allenatore, dagli stipendi onerosi. "Taluni sfoghi, durante l’ultima assemblea, sono stati decisamente sopra le righe, ma la trasparenza del nostro operato, sviluppato secondo il rigoroso rispetto delle regole previste dall’Ordinamento giudiziario per le imprese in crisi, non lascia margine a equivoci in ordine alla nostra lealtà sportiva. Riteniamo che siano stati sfoghi dettati da un’evidente delusione sportiva, esclusivamente pretestuosi e giustificativi dei loro insuccessi", scrive la Reggina.

Non si è fatta attendere la risposta del presidente Santopadre, che snocciola i fatti: "Si legge oggi che il Perugia si lamenta della Reggina perché è retrocesso e perché non sa accettare il risultato del campo. I fatti parlano da soli e lasciamo a chi legge di farsi l’idea che vuole. La Reggina ha partecipato al campionato di B appena terminato perché (pur avendo debiti milionari anche per tasse e contributi) essa si è appellata ad una legge dello Stato che consente di proporre ai creditori un importantissimo taglio di quanto loro dovuto: qui parliamo addirittura di un taglio del 95%. Giustamente, allora, la Reggina dice: che cosa volete? Stiamo applicando una legge dello Stato. Ed anzi: meglio prendere il 5% che nulla. Noi abbiamo parlato di violazione – e clamorosa – delle regole dell’ordinamento sportivo e non delle leggi dello Stato. L’ordinamento sportivo impone a chi vi appartiene (tutte le squadre di B) di attenersi sempre ai principi di lealtà, correttezza e probità. Chi non lo fa è sanzionato". Parte il quesito. "Domanda: si attiene ai doveri di lealtà, correttezza e probità chi non paga tasse e contributi e lo fa anche nella stagione appena terminata? Un’altra piccola riflessione. Lo Stato italiano (quello che ha varato la legge che ha applicato la Reggina) non impone a nessuno di avere rapporti con le imprese (come la Reggina) che dichiarano di essere in crisi. L’ordinamento sportivo, al contrario, obbliga le squadre di un campionato a competere tra loro (anche se c’è un’impresa in crisi). Si verifica quindi, nell’ordinamento sportivo, che io che pago puntualmente tutto (e mi attengo ai principi di lealtà, probità e correttezza) sono chiaramente svantaggiato nei confronti di una squadra che, anziché pagare tasse e contributi, con quei soldi ha comprato e contrattualizzato giocatori e allenatore con stipendi molto onerosi. Anche qui lasciamo al lettore di farsi l’idea che crede. I fatti parlano da soli".

Francesca Mencacci

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