Ripartire da Cesena, dall’analisi di una prestazione intessuta di errori e di approssimazione, da una gara cioè non giocata "da Gubbio", fermo restando il valore indiscusso dell’avversario, per riprendere il cammino con l’autorevolezza e la determinazione dimostrate fino ad oggi. Su un terreno ed una cornice di prestigio, con un robusto seguito di pubblico che ha giustamente applaudito fino all’ultimo l’undici di Braglia, gli eugubini hanno avuto un approccio troppo morbido che ha condizionato tutto. I rossoblù hanno ha trovato a un certo punto la forza di reagire per tentare di rientrare in partita e ci sono andati anche vicino, ma senza la continuità e la “rabbia“ necessarie per riuscirci. Anche perché, nel momento del massimo sforzo, l’espulsione di Vazquez per doppia ammonizione ha finito per spostare definitivamente l’equilibrio dalla parte dei bianconeri di Toscano. Un classico incidente di percorso da lasciarsi alle spalle dopo averne raccolto però gli insegnamenti che pure ha dispensato, utili per crescere e rimanere nelle zone nobili della classifica. Troppo morbidi in tutti i reparti, grande difficoltà a centro campo, attacco mai incisivo davvero. Alla fine dei novanta minuti Braglia, franco come nel suo carattere, non ha cercato scuse: "Siamo stati troppo leggeri in avvio e non siamo riusciti ad adeguarci alla squadra di grande potenzialità che avevamo di fronte. Siamo partiti male insomma ed abbiamo meritato di perdere". "Abbiamo sbagliato tutti, allenatore compreso – prosegue il mister – e ora dobbiamo capire il perché dei nostri errori, perché prendiamo gol troppo facilmente, perché alterniamo ottime prestazioni ad altre di segno opposto". Braglia ha proseguito poi con un paio di sottolineature importanti indicando "nella gara di Coppa a Pescara una strada da tener presente" ed osservando che in gara "siamo troppo buoni, troppo signori". Da domani si riparte per preparare la gara di domenica con la Recanatese dalla quale si spera di riprendere la rincorsa. G.B.