FOLIGNO – Archiviata tra la rabbia e le lacrime la finale play out che ha condannato il Foligno alla retrocessione in Eccellenza, i tifosi presenti sugli spalti del Manlio Scopigno di Rieti hanno voluto ugualmente applaudire t la squadra. I calciatori al di là del risultato finale sono i meno colpevoli. Lo ha riconosciuto lo stesso Riccardo Tizzoni che, nel dopo partita ha sottolineato più volte di essere "orgoglioso della squadra" che ha guidato nelle ultime sei partite. Una retrocessione frutto di improvvisazione di errori ma anche dell’indifferenza della città dell’imprenditoria locale e, perché no dalle istituzioni cittadine che, almeno pubblicamente hanno ignorato il sodalizio cittadino che, nel bene e nel male porta pur sempre il nome della città. Adesso, al cospetto di questa indifferenza e con il peso del fardello della retrocessione appare prematuro e difficile ipotizzare il futuro societario del Foligno. Futuro, tutto da scoprire perchè dopo la serata di domenica trascorsa con tutta la squadra, ieri i vertici societari hanno preferito mantenere il silenzio. Atteggiamento giustificato per valutare e riflettere al cospetto di questa nuova situazione. Dal riserbo, qualche indiscrezione è comunque trapelata. La convocazione in settimana di una conferenza stampa necessaria, forse per fare il punto della situazione, o illustrando l’ipotesi di una richiesta di ripescaggio del Foligno che, per il bacino di utenza e per il passato trascorso nella speciale classifica che determina questa eventualità vanta le credenziali necessarie per essere riammesso in D. Ipotesi che rimangono tali, visto che, al momento, la priorità assoluta è legata alle decisioni della famiglia Colavita. Se resterà ancora al vertice della società, da sola o con altri soggetti imprenditoriali o, al contrario chiudere in maniera definitiva l’avventura ai vertici societari. Decisione da prendere in tempi brevi, perché il futuro, se ci sarà è già dietro l’angolo.
Carlo Luccioni