La tragedia di Astori, la figlia di Curi: «Sono morta di nuovo»

Sabrina torna con la mente al tragico giorno in cui perse il padre Renato

Sabrina Curi, in foto il padre Renato

Sabrina Curi, in foto il padre Renato

Perugia, 5 marzo 2018 - La morte di Davide Astori raggiunge Perugia in una fredda mattinata di sole. Un’assurda tragedia, che ferma il tempo anche a Pian di Massiano e riporta a quel maledetto giorno di fine ottobre 1977: gara contro la Juventus, il capitano del Grifo, Renato Curi, che si accascia a terra, tradito dal cuore. «Quando ho saputo della scomparsa di Astori mi sono sentita di nuovo morire»: la voce rotta dall’emozione, i ricordi che tornano prepotentemente alla mente. Sabrina è la figlia del centrocampista del Perugia morto in campo a 24 anni nello stadio che ora porta il suo nome. «La famiglia di Davide – ha detto – è come se sia stata crocifissa perché sentirà a vita la mancanza di un padre e di un compagno». Per un caso Sabrina Curi, che oggi vive a Monza, quando ha appreso su Internet della scomparsa del giocatore della Fiorentina era con Piero Frosio, capitano del Perugia in cui giocava il padre. «Quando papà morì – ha raccontato all’Ansa – avevo tre anni, uno in più della figlia di Astori. Di lui non ricordo molto, ma quel dolore non passa e bisogna solo cercare il modo di conviverci. La figlia di Astori potrà vederlo nelle immagini, sentire la sua voce registrata. Come me lo riconoscerà e lo cercherà in questi frammenti. Le cose alle quali ti aggrappi. Sono profondamente credente e convinta che loro ci vedano e non ci vogliano tristi».

Per Sabrina questo «non è il momento di cercare responsabili a tutti i costi». Vuole pero’ mandare un messaggio ai mezzi d’informazione. «Un calciatore – ha detto – è una persona famosa ma non bisogna mai dimenticare che dietro di lui c’è sempre una famiglia che soffre. E le critiche, le polemiche fanno male. Siate più onesti possibile». Alla compagna di Astori, Sabrina dice di «tenere duro, di cercare di non far sentire il lutto alla figlia per quanto le è possibile». Rivolge comunque il suo pensiero alle famiglie toccate dagli altri drammi che hanno segnato le cronache sportive degli ultimi anni. «Vorrei incontrarle tutte - ha detto - per aiutarle ad andare avanti. Anche se il loro dolore non passerà mai».

Il Perugia Calcio, in un tweet, ha voluto manifestare cordoglio per la scomparsa improvvisa del capitano viola, «stringendosi alla sua famiglia». Sui social il messaggio di Santiago Colombatto: «Passiamo la vita a correre e competere, ognuno alla ricerca del suo gol personale. Poi qualcuno stacca la foglia dall’albero. Una preghiera per Davide». E un ultimo saluto, da Alessandro Diamanti, suo compagno in Nazionale: «Ciao fratellino».