Alvini: "Perugia, sono rimasto per vincere"

Il tecnico a tutto campo su Tef: "Per i play off servono dieci punti. Il futuro? Mi fido di Santopadre, Comotto e Giannitti"

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di Francesca Mencacci

Massimiliano Alvini resta per completare l’opera. Il tecnico, fresco di rinnovo fino al 2024, si racconta su Tef Channel, a Grifo Stadium. Progetti, ambizioni, sogni, famiglia e la grande passione per il Palio di Fucecchio. Ma soprattutto sottolinea a più riprese il grande feeling con il presidente Santopadre, il direttore sportivo Giannitti e il dg Comotto. "Una squadra, mi fido di questa triade". Il tecnico toscano nella sua prima stagione in biancorosso ha gettato ottime basi per costruire qualcosa di più ambizioso a partire dal prossimo anno. "Gli elogi fanno piacere ma sia chiaro che ancora non abbiamo fatto niente", esordisce. "Sedere sulla panchina del Curi è gratificante – ma a Perugia non ho vinto ancora niente e ovunque dove sono stato o l’ho fatto o ho avviato un progetto importante. E io qui voglio vincere". E fa anche un passaggio largo sull’ambizione più importante. "Voglio vincere il campionato e andare in serie A".

Anche se il presente potrebbe avere qualcosa ancora da dire. "I giochi sono ancora aperti. Serve arrivare a cinquantanove punti per giocare i play off. Dobbiamo ragionare su una partita alla volta. Se vinciamo lunedì al Menti, possiamo giocarci un sogno contro il Parma. Poi ci sarà il derby, una delle sfide più affascinanti d’Italia, in cui vogliamo mantenere la supremazia storica del Perugia. Arrivare sopra la Ternana sarebbe importante considerando anche gli obiettivi iniziali delle due squadre. È’ una B molto difficile con squadre che hanno investito capitali enormi. Noi abbiamo fatto una buona annata e chi dice il contrario non capisce di calcio. Ci mancano i punti in casa. Il pareggio con la Spal è il momento che mi ha messo dentro più amarezza".

Poi ci sarà da progettare il futuro, nell’ultima gara, nella ripresa, Alvini ha optato sul 4-2-3-1.

"Mi piace questa gestione societaria snella. Il presidente è uno che vuole sempre il risultato e per me è importante. È anche una persona piacevole da frequentare. Giannitti è fondamentale, Comotto completa una triade di cui mi fido. Non sono sicuramente un’aziendalista, ho le mie idee, le mie richieste e ci troviamo. Con questa società si può costruire un Perugia senza spese folli ma positivo e con le idee. Il modulo? Non sono ancorato a un solo sistema di gioco, si possono valutare più soluzioni".

E poi la grande passione per il Palio di Fucecchio secondo palio d’Italia dopo quello di Siena, i cavalli si montano a pelo. La contrada è Ferruzza "un tasto doloroso perché non vinciamo il palio dal 1981". Ma poi c’è anche la passione per i cani, per l’Inter e soprattutto l’amore per la famiglia. "Ho due gemelli Cosimo e Umberto, hanno nove anni, uno è interista e l’altro juventino e Amalia, 14 anni, che non segue il calcio, non vede il papà e per questo ci soffre". E poi la moglie "alla quale devo fare un monumento".