Festival di Sanremo: Achille Lauro diventa San Francesco. Assisi non la prende bene

Fa discutere la perfomance dell'artista sul palco dell'Ariston. I francescani: "Buona l'intenzione, discutibile il modo"

Achille Lauro

Achille Lauro

Assisi (Perugia), 5 febbraio 2020 - Sul profilo social l'artista ne fa un vanto: travestirsi da San Francesco e mettere in scena uno dei momenti cruciali della fede cattolica degli ultimi ottocento anni. Ovvero la rinuncia di San Francesco ai beni terreni e l'abbraccio a una vita spirituale. E la performance sul palco del Festival di Sanremo per cantare la sua canzone "Me ne frego" è stata proprio incentrata su questo.

L'ingresso con una lunga veste damascata, che poi l'artista abbandona mostrandosi virtualmente nudo. Per ore sui social la polemica è andata avanti in maniera rovente. Se ne è parlato ovviamente anche ad Assisi, la città di San Francesco. Non a tutti è piaciuta la performance, non a tutti è piaciuto il riferimento, considerato blasfemo. 

«Buona l'intenzione, discutibile il modo»: è questo il senso del commento dei francescani del Sacro convento di Assisi su Achille Lauro. "Del gesto e delle parole di Achille Lauro - scrive padre Enzo Fortunato, il direttore della rivista San Francesco, in un editoriale nell'edizione on-line - «vorrei rispettare la sincerità dell'intenzione». Egli stesso, ricorda padre Fortunato, nei suoi profili social fa riferimento alla celebre scena attribuita a Giotto in una delle storie di San Francesco della basilica superiore di Assisi, «il momento più rivoluzionario della sua storia in cui il Santo si è spogliato dei propri abiti e di ogni bene materiale per votare la sua vita alla religione e alla solidarietà».

«Rimane discutibile il modo - sottolinea - e forse il luogo. Non possiamo ridurre quella scelta di radicale nudità e affidamento a Dio che si rivela come padre di ogni uomo a delle paillettes color carne».