Perugia, 15 luglio 2012 - ERA L’ESTATE del 1987. Un luglio caldo per un’edizione di Umbria Jazz che sarebbe rimasta a lungo nella memoria di molti. Era di sabato e lo stadio Curi, gremito di gente fino all’inverosimile, attendeva l’inizio di un concerto che sarebbe rimasto nella storia della musica.
Sul palcoscenico l’orchestra del leggendario Gil Evans si esibiva con Sting ospite alla voce. Si annunciava come un evento (tanto che la televisione italiana per la prima volta lo trasmise con una diretta addirittura su Raiuno), e evento fu. «Il vero protagonista — sottolineò a poche ore dall’inizio un giovanissimo Sting — è Gil, con la sua orchestra...» tanto che la performance cominciò proprio con una strepitosa «Bud & Bird» senza la rockstar.


IL CONCERTO, che registrò come special guest anche un giovane Brandford Marsalis, già sassofonista nel gruppo dell’artista inglese, andò benissimo. Gli ascolti in tv furono altissimi e quella magica notte sotto il cielo stellato del Curi, diventò un disco ma prima ancora un «file» indelebile nella memoria di tutti quelli che allo stadio di Perugia assistettero dal vivo all’evento.

 

Oggi, a distanza di venticinque anni da quella sera, Umbria Jazz dedica sostanzialmente l’edizione numero 39 proprio al mitico pianista, arrangiatore, compositore e direttore d’orchestra nel centennale della nascita, e ‘combina’ anche il ritorno di Sting che proprio a Perugia stasera, terrà l’ultima delle quattro date italiane del suo «Back to Bass Tour» con il quale l’artista inglese celebra i 25 anni di carriera da solista, cominciata proprio (o quasi) quella storica notte allo stadio Curi.


UNA SORTA di ciliegina sulla torta come gran finale di un’edizione nel segno della qualità (a un anno dal quarantesimo anniversario) nonostante i tagli dovuti alla crisi. Inutile però oggi avventurarsi dalle parti dell’Arena Santa Giuliana se non si ha già in tasca il biglietto. Impossibile trovare posto. Il concerto è tutto esaurito da tempo. Sting sarà accompagnato da una band formata dal suo chitarrista storico Dominic Miller, David Sancious (tastiere), Vinnie Colaiuta (batteria), Peter Tickell (violino elettrico), and Jo Lawry (voce). E se nelle altre tre date italiane successo e consensi non sono mancati, il popolo di UJ si aspetta (o meglio spera) che la rockstar, memore di quella straordinaria notte dell’87, decida magari di cambiare parte della scaletta per eseguire ‘in chiave jazz’ successi come «Roxanne», «Tea in the Sahara», «Consider Me Gone» e la cover del brano di Hendrix «Little Wing». Perchè la ‘leggenda’, oggi come venticinque anni fa, continui....
 

Donatella Miliani