Perugia, 13 giugno 2011 - CHI CONOSCE la sua instancabile passione per la ricerca oltre che le sue eccezionali capacità come scienziato è convinto che prima vincerà il Nobel per la medicina. E in effetti a guardare il curriculum vitae del professor Brunangelo Falini (Ordinario di Ematologia e Direttore della Scuola di Specializzazione in Ematologia all’ Università di Perugia e dal 2010 Direttore della Struttura Complessa di Ematologia con Trapianto di Midollo Osseo all’ Azienda Ospedaliera di Perugia) c’è di che rimanere impressionati. Dal 1980 al 1984 h svolto attività di ricerca in prestigiose Università di Los Angeles, Oxford e Berlino. Autore di circa 300 pubblicazioni su prestigiose riviste scientifiche internazionali, è l’ematologo-oncologo italiano più citato al mondo secondo le classifiche stilate dal prestigioso Institute for Scientific Information di Philadelphia..

 

Falini ha dato contributi fondamentali alla caratterizzazione molecolare, diagnosi e terapia dei linfomi e delle leucemie acute. Tra i più significativi, vanno ricordati l’identificazione, nel 2005, della lesione genetica più frequente nella Leucemia Acuta Mieloide (la mutazione del gene della Nucleofosmina). Una scoperta che ha cambiato in modo radicale diagnosi e strategia terapeutica dei pazienti con leucemia acuta mieloide, la forma di leucemia più comune in età adulta. Da anni è membro del «Gruppo 2003 per la Ricerca Scientifica», costituita dagli scienziati italiani più citati al mondo nelle varie discipline (dalla matematica all’astrofisica, dalla farmacologia alla medicina). Nel giugno 2003, per i suoi meriti scientifici, ha ricevuto i Sigilli della Città di Perugia. Nel giugno 2010, gli è stato assegnato a Barcellona il «Josè Carreras Award», uno dei premi di ematologia più prestigiosi al mondo. Il suo volto e le pagine centrali, sono campeggiati sulla copertina della rivista dell’Airc, da sempre fortemente selettiva in questo ambito pur tra gli scienziati di cui finanzia le ricerche.