Spagnoli: «L’Umbria è bella, facciamola volare»

L’ad e presidente della Luisa Spagnoli: «Qui siamo nati e qui resteremo ma il problema dei collegamenti è un ostacolo da superare»

Nicoletta Spagnoli amministratore delegato azienda Luisa Spagnoli

Nicoletta Spagnoli amministratore delegato azienda Luisa Spagnoli

Perugia, 22 ottobre 2019 - Una storia imprenditoriale e familiare importante. Un presente di successo (con aperture di negozi nelle più importanti località alla moda del mondo) e un futuro aperto perfino alla possibilità di una linea al maschile. «Se vorrà sarà però mio figlio Nicola a farlo. Nelle mie corde c’è solo la vocazione di collezioni al femminile». Nicoletta Spagnoli, amministratore delegato e presidente della Luisa Spagnoli, Cavaliere del Lavoro è imprenditrice di rango internazionale. «Ma il nostro quartier generale, così come le nostre radici, restano saldamente ancorate all’Umbria», terra di cui da quattro generazioni la sua famiglia contribuisce a fare con attenzione, professionalità e rigo Dove sta andando, o meglio, dove dovrebbe andare l’Umbria del futuro? «Verso una accessibilità migliore. Viviamo un’re la storia. epoca in cui internet ha velocizzato la possibilità di contatto e comunicazione. Le aziende per crescere hanno bisongo di tecnologizzazione, digitalizzazione ma anche e soprattutto di infrastrutture adeguate. Non possiamo impiegare tre ore per raggiungere in treno Roma con convogli che fermano in un binario sperduto a centinaia e centinaia di metri dalla stazione Termini. È inaccettabile. Non solo per i turisti ma anche per chi lavora e fa business». Via dall’isolamento. Si farà? «Si deve fare. Noi parliamo di bellezze dell’Umbria, delle città e del turismo, settore in cui sicuramente possiamo crescere e molto. Ma dobbiamo diventare raggiungibili, facilmente. Per questo vanno modernizzate le infrastrutture viarie, ferroviarie e potenziati i collegamenti aerei. È di vitale importanza ripeto, tanto per il turismo che per le imprese che se non vengono messe nelle condizioni giuste per lavorare anche da questo punto di vista come possono competere?». Il turismo a cui fa riferimento non è certo il mordi e fuggi. Pensa a un target elevato. «Esatto. Ma dobbiamo farli arrivare con facilità e comodità. La gente ormai è abituata a muoversi con l’alta velocità. Chi parte da Milano e arriva a Roma in tre ore trova inaccettabile impiegare lo stesso tempo poi per raggiungere l’Umbria. È penalizzante». Lei che gira l’Italia e va spesso all’estero per lavoro come si muove? «Raggiungendo la stazione di Firenze o l’aeroporto di Fiumicino in auto. L’unico Frecciarossa per Milano è quello delle 5 del mattino. Ho visto che ora dall’Umbria partiranno voli giornalieri per Linate. Se saranno confermati diventerò un’assidua utente». Polemica? «Purtroppo non è la prima volta che agli annunci sono poi seguiti dalle smentite. Mi auguro non sia questo il caso». Cosa suggerisce di fare? «Intanto intercettare quanti più treni veloci a Chiusi, o Terontola e nel Ternano. Siamo isolati tanto a Nord che a Sud. Ripeto per le aziende del territorio questo è un limite. I collegamenti ferroviari sono importanti per noi umbri, per essere attrattivi per gli altri e favorire il business: avere figure professionali qualificate che vengano a lavorare qua. I manager si spostano ma preferiscono lasciare le famiglie al nord. Se poi però tornare a casa nel weekend è troppo complicato rinunciano e questo ci crea un problema». L’aeroporto? «Determinante. Sia nell’incoming ma anche per uscire e raggiungere il mondo. Magari anche favorendo sinergie con gli scali di regioni vicine come le Marche o la Toscana. Per chi fa impresa potersi spostare spesso, comodamente, è importante. Non parlo solo degli imprenditori ma anche dei collaboratori». Cos’altro va cambiato in Umbria, in Italia? «Sarà pure il solito refrain ma è un tema importante. burocrazia. I tempi vanno snelliti. E vanno migliorati i servizi. Penso agli anziani ad esempio. Va garantita loro la possibilità di vivere con dignità e decoro. Come? Creando ad esempio dei centri appositi in cui fare riabilitazioni dopo un intervento chirurgico o un ricovero, visto che i costi delle degenze impongono di tornare a casa il prima possibile. Bisogna aiutare le famiglie che altrimenti devono farsi carico di tutto. Iniziative anche di privati in tal senso, perchè no, andrebbero incentivate per il bene dell’intera comunità». Veniamo ai giovani. «Punterei l’attenzione sulla formazione. Spesso domanda e offerta non si incontrano. Quello che serve alle imprese dei vari settori è personale formato. Bisogna tornare a insegnare i vecchi mestieri. A noi ad esempio servono modelliste, maglieriste, sarte. Far incontrare il mondo dell’offerta con la scuola». E poi? «E poi bisogna avere coraggio e idee. Avere la capacità di immaginare quello che ancora non c’è, questo fa la differenza. Abbiamo manifestazioni di qualità come Umbria Jazz, il Festival del Giornalismoe mostre d’arte di gran livello. Ma si può fare ancora di più. L’Umbria è talmente bella! Anche nel settore dell’accoglienza creare strutture all’avanguardia non guasterebbe per intercettare un certo tipo di turismo. La promozione del territorio poi andrebbe fatta in modo più organico. L’Umbria è interessante per chi arriva dall’estero. Una piacevole scoperta. Però ancora oggi a chi in giro per il mondo mi chiede dove sia Perugia devo dire che è vicino ad Assisi». Capitolo Università. «Dobbiamo recuperare il prestigio di un tempo. La strada è avviata, dobbiamo continuare. Impresa e Università possono collaborare proficuamente». Ma il futuro della Luisa Spagnoli che lingua parlerà? «Stiamo aprendoci sempre di più all’estero con grandi soddisfazioni. Ma la nostra azienda è nata e resterà qui. Andarcene altrove sarebbe come tradire la mia famiglia. Quindi direi che parlerà “perugino”! E poi siamo in una posizione talmente bella, dove troveremmo un panorama così?». © RIPRODUZIONE RISERVATA