Tradizione e climat change: presepe ambientato in una discarica per la terra che soffre

L'appello del cardinale Gualtiero Bassetti: «Metafora delle periferie umane di cui parla Papa Francesco». L'allestimento a Città di Castello

Città di Castello, 8 dicembre 2019 - "Generosità in discarica" è il titolo del presepe che sorge accanto a rifiuti, vecchie auto, ferro arrugginito e ripropone temi come la salvaguardia dell'ambiente, il degrado delle periferie, gli ultimi, i senzatetto.  E' un grande presepe napoletano realizzato in una discarica, opera di Paolo Durante, che si può ammirare alla 20/a "Mostra Internazionale di arte presepiale", inaugurata a Città di Castello alla presenza del cardinale Gualtiero Bassetti con oltre 200 gli espositori presenti.

«Questa mostra, un presepe di presepi, da visitare uno ad uno e coralmente, sia come singoli oggetti d'arte sia nella loro narrazione complessiva, rappresenta benissimo l'importanza di aver cura dell'immenso presepe che è la terra - ha detto Bassetti - dove ogni istante si consumano delitti e ingiustizie, ma ad ogni angolo, anche in mezzo al mare, anche nei barconi dei derelitti, si assiste al miracolo della nascita di bambini e al rifiorire di segni di speranza, di impegno e di vitalità. Bisogna saperli vedere e coltivare, come fecero i Magi, che, pur ammantati di sapienza antica, all’occorrenza seppero servirsene per spogliarsi dell’”uomo vecchio”, per mettersi al servizio di Chi incarnava la Vita vera, l’autentica novità». 

«Quest’anno cambiano gli scenari – ha proseguito il cardinale – ma non muta l’appello di fondo al nostro coinvolgimento: si visualizza il tema delle discariche, sia come riferimento concreto, sia come valore simbolico, metafora di quelle periferie umane su cui Papa Francesco non si stanca di mettere l’accento. Un accento e un’attenzione verso la vita in questo pianeta, «amato e sofferente, alla cui salute ognuno di noi è chiamato a contribuire con i propri comportamenti» è stata posta dall'alto prelato. «La nostra oppressa e devastata terra, che “geme e soffre le doglie del parto”», come ci ricordava Papa Francesco nella Laudato si’».