MAURIZIO COSTANZO
Umbria

Pasqua, l’omelia dell’arcivescovo di Perugia: “La luce è soffocata da violenze senza fine”

Monsignor Maffeis: “Ma la celebrazione pasquale ci mostra che il buio della notte è stato rischiarato da un fuoco nuovo, da un cero acceso”

L'arcivescovo Maffeis

L'arcivescovo Maffeis

Perugia, 31 marzo 2024 – In un momento buio che sta attraversando il mondo, lo sguardo va rivolto alla luce, con speranza. Lo ha detto l’arcivescovo di Perugia, monsignor Ivan Maffeis, in uno dei passaggi dell'omelia della veglia pasquale celebrata in cattedrale. "Nel lungo Sabato Santo che stiamo attraversando la luce è soffocata da violenze senza fine, che diffondono un sentimento di impotenza e di paura, tutt'altro che vinto dalla prova di forza che le potenze internazionali cercano di mostrare". "Abbiamo iniziato questa solenne celebrazione - ha detto - con un segno che parla al cuore: il buio della notte è stato rischiarato da un fuoco nuovo, da un cero acceso, da cui la luce si è propagata, fino a raggiungere ciascuno, fino a riempire tutta la Cattedrale. È un segno che, forse, è importante non mettere da parte troppo in fretta". "Il buio che avvolge questo tempo ci ha indebolito la memoria: stentiamo a sentirci partecipi di una tradizione viva, nella quale la fede cristiana non solo ha costruito cattedrali, ma ha promosso la dignità della persona, ha dato slancio e contenuto alla cultura, ha innervato di santità diffusa il nostro popolo, ha dato vita a tante esperienze di carità" ha detto ancora monsignor Maffeis. "Oltre alla memoria del passato - ha aggiunto - il buio stende il suo velo anche sul nostro presente: è il buio di certe solitudini disperate, di relazioni ferite, di quella sfiducia che porta ad abbassare la serranda, a vivere ripiegati, distanti dal sentirci responsabili di una famiglia o di comunità, per la quale spendersi con generosità. Nel buio diventa difficile anche immaginare il futuro. Più che essere atteso o desiderato, più che essere visto come la terra verso la quale tendere per realizzare progetti di vita, il futuro è avvolto da incertezze e inquietudini. Torniamo a quel fuoco nuovo, a quel cero acceso. Sono segni, attraverso i quali la Chiesa ci educa, ci apre un percorso di fede, condividendoci l'annuncio centrale dell'esperienza cristiana: il Signore è risorto". Maurizio Costanzo