Mercalli: "L'arte terremotata, ecco come salvarla"

Parla la soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria

Marica Mercalli

Marica Mercalli

Norcia, 22 novembre 2016 - Era appena entrata in carica quando il terremoto ha devastato i ‘suoi’ tesori d’arte. Soprintendente per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria dall’11 luglio, Marica Mercalli è in prima linea per fronteggiare un’emergenza dalle dimensioni devastanti. «La situazione è difficile, complessa, con un fronte molto largo», dice mentre parla di cantieri, soldi, critiche e polemiche. Partendo da Norcia e dalla Basilica di San Benedetto distrutta dal sisma. Come procedono i lavori? «Con la messa in sicurezza della facciata rimasta in piedi. E’ come una vela, verrà sostenuta da una ‘gabbia’ in tubi-innocenti che avrà stessa altezza e dimensioni. La stiamo costruendo in piazza, la abbraccerà davanti e dietro. Poi cosa si farà? «Verrà sgombrata la parte centrale della basilica crollata, per togliere quello che c’è sotto le macerie, protetto dai teli, poi si passerà alla messa in sicurezza di pareti e abside. Progetti complicatissimi, premessa alle fasi successive di consolidamento e ricostruzione. E qui bisognerà riflettere con calma su criteri, tempo e soldi». Per il soprintendente unico Iannelli, la Basilica verrà ricostruita in 5 anni.. «Se Iannelli ha dato questa previsione la prendo per buona. E’ ottimista, ma ce la possiamo fare». Come è la situazione a Norcia? «E’ un cantiere aperto, con cinque interventi in contemporanea. Per la Torre civica la messa in sicurezza è pronta al 70%, poi ci sono San Francesco, Santa Maria Argentea, Porta Romana». Quante opere sono ancora sotto le macerie? «Non lo sappiamo, le squadre di recupero dei Vigili del fuoco sono impegnate in una corsa contro il tempo per salvarle e metterle in sicurezza. Dopo si farà l’appello». Il fronte dell’emergenza? «E’ in tutte le frazioni, dopo il 30 ci sono arrivate 700 segnalazioni di danni solo nella Valnerina fino a Cascia. E si sta ampliando, le richeste sono ovunque, la paura è diffusa, sono tanti gli edifici che devono essere controllati». I soldi ci sono? «Ci sono gli stanziamenti straordinari del Governo, 40 + 50 milioni che coprono tutta l’emergenza, non solo quella dei beni culturali. Stiamo facendo una previsione sui costi da presentare all’Unione Europea e ci stanno arrivando tante proposte di privati e società che vogliono sponsorizzare adottando un’opera. Tra un mese cercheremo di fare il punto, per calma». Ma davvero non si poteva intervenire prima del disastro? «No, dopo la scossa del 24 agosto la situazione in Valnerina era grave ma controllabile, a San Benedetto non avevamo neppure tolto le pale d’altare. Solo dopo le scosse del 26 ottobre le lesioni erano davvero preoccupanti, volevamo intervenire ma non c’è stato tempo. Anche i pochi interventi fatti, sul campanile di Castelluccio e la chiesa di Frascato sono stati azzerati dalla scossa terribile del 30. E’ crollato tutto, forse qualsiasi puntello sarebbe stato inutile».