Roma,17 ottobre 2012
UN PO’ trasecola Renzo Arbore, storico presidente dell’Associazione Umbria Jazz, quando La Nazione lo sollecita a commentare la motivazione con cui il ministro della cultura Lorenzo Ornaghi (uno dei tecnici del governo Monti) ha spiegato agli organizzatori di UJ Winter il taglio del finanziamento deciso dall'apposita commissione con la motivazione di una «mancanza di criteri di qualità..». Apriti cielo! Una manifestazione storica e di eccellenza mondiale come Umbria Jazz (arrivata nell'edizione estiva al quarantennale e in quella invernale di Orvieto al ventennale) 'bollata' in questo modo...Il caso è finito subito in Parlamento con una interrogazione scritta presentata dal deputato pidiessino Trappolino. Ma forse aleggia sulla vicenda anche l’equivoco-convinzione che il Jazz non sia espressione diretta della cultura italiana.


«MI PERMETTO di suggerire affettuosamente al ministro Ornaghi — dice Arbore —, di avvalersi di collaboratori più preparati perchè Umbria Jazz, sia nell’edizione estiva che in quella invernale di Orvieto, è una delle eccellenze italiane per le quali siamo conosciuti nel mondo. E non solo nell’ambito Jazz. Dopo il Festival di Venezia e quello di Sanremo per notorietà e qualità nel mondo viene proprio Umbria Jazz. Che il Jazz poi non sia musica italiana è un grave errore che il prossimo anno, grazie al sottoscritto, con filmati e testimonianze, risolveremo documentando come il Jazz sia stato inventato in verità per un terzo proprio dalle comunità italiane. Una storia tutta da vedere».
UJ insomma, fa notare Arbore, è uno dei migliori biglietti da visita promozionali non solo dell’Umbria ma dell’Italia in generale all’estero.


«SIAMO un’eccellenza, proprio come la Ferrari — dice —. Tanto da aver meritato intere pagine sul New York Times che ci elogiava proprio per il nostro stile italiano, ormai non più secondo a nessuno per preparazione, innovazione e qualità. Musicisti come Bollani, Rea, Rava, Petrella, Fresu sono ormai i migliori al mondo e non lo diciamo noi ma la stampa specializzata e il successo di pubblico che i loro concerti nel mondo suscitano. UJ — continua — è il festival jazz più importante del mondo, secondo solo forse a Montreal in Canada che pure non gode dello stesso appeal con la sua formula week-end».

E ANCORA: «Come veicolo promozionale dell’Italia all’estero il Jazz italiano è secondo solo al melodramma e certamente è davanti alla canzone e alla musica pop. Per questo — conclude — mi permetto di suggerire al tecnico Ornaghi di avvalersi a sua volta di tecnici... informati!». Gli avrebbero spiegato che UJ è la Ferrari della musica d’eccellenza nel mondo, nel nome dell’Italia.
Donatella Miliani