Terni, 28 settembre 2010 - Tutto nasce da un semplice restauro. Le sette sculture in acciaio di Giulio Turcato, intitolate 'Le Libertà', installate nell'ormai lontano 1989 sulle rive del lago di Piediluco nel territorio della città di Terni erano state realizzate presso l’officina Monari a Terni e finanziate dal Comune di Terni, dalla Provincia di Terni, dalla Regione Umbria e dall’Azienda di Promozione Turistica del ternano.

 

Dopo vent'anni di "naturale" deterioramento, dovuto soprattutto alla collocazione in esterno, il Comune nel settembre del 2009 ha portato a termine il restauro. 'Le Libertà' sono state collocate al di sopra di una struttura alberghiera di nuova costruzione sulla riva del lago di Piediluco, in una posizione alquanto suggestiva e tale da esaltarne l’impatto estetico e scenografico.

 

In questa occasione e alla vigilia del centenario della nascita dell'artista (1912-2012), il Comune in collaborazione con l’Archivio Giulio Turcato di Roma ha preso la decisione di allestire una mostra antologica. 'Libertà': "sia nel suo incarnarsi nel preciso motivo plastico delle strutture che portano questo nome, - scrive la curatrice Silvia Pegoraro - sia nel suo fluire attraverso tutta l’opera dell'artista, configurandosi come valore estetico-formale e nello stesso tempo come valore civile e sociale".

 

È lo stesso sculture a raccontare la propria opera: "Le Libertà sono strutture longilinee in spinta verso l’alto, per cercare di evadere verso uno spazio più consono alla loro natura . Erette verso il cielo e raggruppate, rappresentano i desideri a cui ogni persona può ambire anche in senso astratto, e le volontà di uscire contro i vari veti e tabù che incatenano alle obbedienze diurne e ai conformismi che pullulano intorno a noi e dentro di noi, alle abitudini della nostra esistenza corporale societaria".
 

 

Giulio Turcato (1912-1995), come scrive la Pegoraro, "viene considerato uno dei più significativi interpreti dell'astrattismo pittorico in ambito internazionale, ma il suo lavoro articolato e complesso, comprende intriganti risvolti figurativi e straordinarie sortite nell’ambito della scultura e della scenografia". La sua formazione avviene a Venezia, dove , dopo anni, torna per esporre alla Biennale (1942-43).

 

"Nel ‘43 si trasferisce definitivamente a Roma, dove entra subito nel vivo delle polemiche artistiche, e partecipa anche alla Resistenza: la sua attività si lega infatti sempre strettamente all’impegno sociale e politico". Nel 1947 fonda il gruppo "Forma 1" e aderisce al manifesto del Formalismo. "Nel suo lavoro si evidenzia ben presto la ricerca attenta e profonda sulla natura e la qualità del colore e della luce, e sulla metamorfosi delle forme, insieme all’interesse per le scienze biologiche e fisiche, costante quanto il suo impegno sociale e politico. Nel 1993 è presente nuovamente, per l’ultima volta, alla Biennale di Venezia, ospitato nella sezione intitolata 'Opera Italiana'".

 

La mostra, documentata da un catalogo bilingue (italiano/inglese) edito da Silvana Editoriale, comprende circa 60 opere - di cui molte di grandi dimensioni, molte quasi mai esposte, alcune del tutto inedite - e verrà aperta al pubblico il 17 ottombre. Suddivisa in due sezioni il "percorso antologico" ripercorrerà la vita rtistica di Turcato, dalla seconda metà degli anni ‘40 al 1992, comprendendo molti "lavori di straordinaria importanza storica", come un inedito Comizio del 1949-50, Giardino di Miciurin (1953), Deserto dei Tartari (1956), Tranquillanti per il mondo (1961), Superficie lunare (1965), Il Tunnel (1970), La passeggiata (1972).

 

La mostra è visitabile dal martedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20 (dal 31 ottobre la chiusura è alle19) e il sabato dalle 10 alle 24. La domenica, invece, dalle 10 alle 20. Il lunedì è chiuso. Il costo dei biglietti è di cinque euro e 3.50 ridotto.