Zanardi, la verità sull’incidente

Il videomaker perugino Maestrini "Ho filmato l’istante dell’impatto"

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"Ho ricostruito quello che in realtà avevo già raccontato ai carabinieri dopo l’incidente e poi ai giornalisti. Solo che questa volta dall’altra parte c’era il pm". Due parole prima di prendere l’ascensore di palazzo di giustizia, al terzo piano, uscendo dal retro insieme ai carabinieri della compagnia di Montepulciano con i quali era arrivato poco dopo le 16 a Siena. Alessandro Maestrini, il videomaker che vive a Perugia, conferma di aver fornito agli investigatori la prova regina: il filmato dell’incidente di Zanardi. Attimi da brivido fissati in vari spezzoni che fanno chiarezza. E’ stato interrogato ieri pomeriggio dal sostituto Serena Menicucci che conduce l’inchiesta sullo scontro fra la handbike del campione e un tir, sulla Sp 146 a Pienza, durante la staffetta tricolore di cui era anima e trascinatore. "Non filmava con il cellulare al momento dell’impatto", aveva scritto anche in un post su facebook in cui chiedeva tregua ai colleghi giornalisti per le mille chiamate, il suo telefonino è collegato al meccanismo salvavita di un familiare. L’ha ripetuto al pm Menicucci che durante l’interrogatorio, durato un’ora e venti minuti, si è soffermata su quel movimento strano della ruota della handbike, secondo la ricostruzione del videomaker. "Naturalmente me l’ha chiesto. Però – spiega Maestrini –, come ho detto più volte, la mia visione di Zanardi e della sua handbike era parzialmente oscurata. Si nota , ripeto, un movimento anomalo ma perchè c’è stato non sono io a poterlo dire. Ci vuole un tecnico. Non sono all’altezza. E meno male, pur nella drammaticità di quanto accaduto, che c’è un filmato. Probabilmente gli esperti potranno spiegare da cosa è causato un movimento del genere".

Maestrini racconta "che sull’aspetto organizzativo della staffetta tricolore il pm non si è soffermata". Probabilmente perché gli interrogatori a raffica della polizia municipale di Sinalunga e Torrita che venerdì scorso fecero la scorta di cortesia sono stati chiarificatori. "Si è concentrata sulla dinamica – prosegue –, ha saltato la descrizione delle fasi precedenti andando dritta al momento dell’impatto". Parla con calma, gli occhi si arrossano quando pronuncia il nome di Alex. Se si chiede degli istanti dello schianto contro il tir coperto nel video dal passaggio del ciclista con pantaloncini e maglia bianchi, Marcello Bartolozzi di Sinalunga che è stato interrogato lunedì, Maestrini ribatte: "Lo scopro adesso come si chiama. Ho detto che era coperto al momento dell’innesco della perdita del controllo. Non che non si vede, sono due cose diverse. Guarda, ti dico che quel filmato non l’ho riguardato, se non fino al momento nel quale sbanda. Non ho avuto la forza di andare oltre quei fotogrammi. Mi sono fermato prima perché ... non è semplice. La notte dormo poco e mi sveglio di soprassalto. Di fronte al magistrato bisogna dire la verità e io l’ho fatto". Casi della vita: Maestrini ha vissuto 9 anni a Bologna in via Zanardi. "Cosa mi sento di dire ad Alex? – gli occhi si arrossano –Di metterci la forza che ha già dimostrato. Gli auguro il meglio". Poi esce con i carabinieri. Dopo il passaggio con il videomaker è il momento della perizia che riguarderà l’iphone 11 rosso del pilota, la handbike e la dinamica. Serve un esperto per capire quel "movimento anomalo".