Il ladro diventa ricco: gli sequestrano la villa

Il tribunale mette i sigilli all’immobile: vale 400mila euro

Finanza

Finanza

Perugia, 21 marzo 2019 - Di professione ladro. Almeno secondo polizia e guardia di finanza di Perugia che ritengono Michele Albini, appena 37 anni e già un curriculum di primo piano, capace di aver accumulato un tesoretto di 400mila euro proprio grazie «ad anni di traffici illeciti ed all’accumulo dei relativi proventi».

Mercoledì sono così scattate le misure di prevenzione previste dal Testo Unico Antimafia nei confronti del giovane, di origine sinti e residente nel capoluogo umbro.

In particolare ad Albini – difeso dagli avvocati Daniela Paccoi e Guido Rondoni – è stato notificato il prvvedimento con cui il tribunale lo obbliga al soggiorno nel comune di residenza per 3 anni ma soprattutto gli confisca la casa. Un un’unità immobiliare di 150 mq e del relativo appezzamento di terreno a destinazione urbanistica di 3580 mq, a Colombella del valore di circa 400mila euro.

E’ stato il questore, Giuseppe Bisogno ad avanzare al Tribunale di Perugia la proposta di applicazione della misura di prevenzione personale, nonché quella patrimoniale, basata sugli esiti degli accertamenti eseguiti dalle Fiamme Gialle. Da un lato gli agenti della Divisione anticrimine hanno ricomposto il profilo criminale di Albini che, sin da giovane, ha collezionato denunce ed arresti per delitti contro il patrimonio. A cominciare dall’indagine «Cassaforte» del 2010 quando Albini venne arrestato quale promotore ed organizzatore, insieme al fratello, di un’organizzazione finalizzata alla commissione di furti in abitazione.

Parallelamente, i militari del Gico della Finanza, grazie alla consultazione delle specifiche banche dati in uso al Corpo ed all’acquisizione di ulteriori informazioni sul campo, hanno ricostruito la situazione economica, reddituale e patrimoniale del 37enne e del suo nucleo familiare a partire dal 1984. L’analisi ha consentito di individuare una sproporzione tra i redditi dichiarati, l’attività economica svolta ed il patrimonio immobiliare acquisito, ritenuto di ingiustificata provenienza.

I beni saranno assegnati all’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, per il successivo

riutilizzo attraverso l’assegnazione alle Forze dell’Ordine, ovvero a quei soggetti – associazioni, cooperative, Comuni, Province e Regioni – in grado di restituirli alla

cittadinanza, tramite servizi, attività di promozione sociale e lavoro.