Vecchie parcelle, il Comune paga l’avvocato

Dopo oltre vent’anni il Comune di Spoleto provvederà a saldare parte delle parcelle dell’avvocato Massimo Marcucci, che ha difeso l’ente in vari procedimenti a partire dal 1995, senza essere pagato. A stabilirlo è stato il Consiglio comunale, che ha approvato a maggioranza (15 voti favorevoli, 2 contrari, 7 astenuti) la variazione di bilancio relativa a due sentenze di condanna nei confronti del Comune da parte del Tribunale di Perugia, che ha riconosciuto al legale la somma di 151mila euro, di cui 47mila euro sono per interessi di mora conteggiati a partire dalla seconda metà del 2014. Il Comune per saldare il conto, a causa dell’esecutività di entrambi i procedimenti, dovrà attingere a fondi fuori bilancio, ma ha già provveduto a presentare ricorso in Cassazione. Si tratta di una vecchia vicenda che risale agli anni novanta, dall’amministrazione Laureti ai due mandati di Brunini, fino alla prima parte dell’amministrazione Benedetti.

"Il contenzioso con l’avvocato – ha spiegato il segretario comunale Mario Ruggeri – risale già agli anni 2011-2012, l’avvocato ha iniziato a reclamare compensi per prestazioni rese dagli anni novanta al 2011, per numerosi incarichi che gli erano stati conferiti in quell’arco di tempo. Sono stati fatti dei tentativi di accordo bonario, ma la situazione non è stata risolta e il primo decreto ingiuntivo è stato inviato nel 2017". Lo stesso segretario precisa che "il Comune ha subito ben nove decreti ingiuntivi, ma si è opposto a tutti con atto di citazione".

La cifra complessiva richiesta dall’avvocato quindi è ben superiore rispetto alle 151mila euro relative alle prime due sentenze. Sull’argomento è intervenuto il consigliere di maggioranza Enzo Alleori, che ha ricordato quando alcuni consiglieri, durante l’amministrazione Benedetti, avevano ipotizzato addirittura di alienare l’eremo di Sant’Antonio per saldare i debiti relativi alle parcelle legali.