Variante Delta, 35 casi in Umbria. "Ha colpito chi non era vaccinato"

La microbiologa Mencacci: "I cluster sono stati 20, ma al momento i positivi restano soltanto due". I focolai si sono avuti nel Ternano e a Città di Castello. Solo una delle persone infettate era ’coperta’

Attualmente in Umbria la prima dose è stata somministrata al 63% della popolazione

Attualmente in Umbria la prima dose è stata somministrata al 63% della popolazione

Perugia, 25 giugno 2021 - Sono saliti a 20 i "ceppi" di variante Delta (o Indiana che dir si voglia) in Umbria. "Venti cluster – ha spiegato al Tgr Umbria la professoressa Antonella Mencacci, direttrice dell’Istituto di Microbiologia dell’Università di Perugia – che hanno coinvolto presumibilmente un totale di 35 persone in due aree di Città di Castello e del Ternano ma che per fortuna non hanno fino a questo momento destato problemi". Secondo Mencacci infatti "al momento sono soltanto due le persone ’attive’, mentre gli altri sono tutti guariti". Di questi 35 soltanto uno era sotto copertura vaccinale, gli altri non avevano fatto ancora nessuna inoculazione.

Il dato conforta, poiché secondo quanto risulta chi è immunizzato – cioè ha fatto entrambe le dosi e una soltanto del Johnson – ha una copertura di oltre il 90 per cento contro la Delta, mentre è molto più bass con ua sola dose. Per questo in Gran Bretagna – dove è molto più diffusa rispetto al Nostro Paese – si sta diffondendo in maniera sempre più importante. In Umbria per avere il quadro un po’ più chiaro, sono 219mila i soggetti immunizzati in questo momento, mentre sono saliti a 487mila quelli a cui è stata somministratta la prima dose (63,23%).

Ed era stata proprio la direttrice di Microbiologia nei giorni scorsi ad aver spiegato al nostro giornale, come l’Istituto dell’Ateneo perugino in questo momento stia sequenziando tutti i casi positivi "visto il numero contenuto che ci si presenta" e a spiegare che la situazione in Umbria resta sotto controllo proprio per questo motivo. "Diciamo che in questo momento in Umbria non stiamo facendo circolare velocemente il virus – aveva detto la settimana scorsa –. Un po’ per il vaccino, ma soprattutto perché i casi sono pochi e il Servizio di Igiene e Sanità ce la fa fare il contact tracing in modo tempestivo: facciamo tamponi entro le 24 ore e subito dopo scatta il tracciamento per individuare i contatti". Resta il fattore reticenza: in tanti non dichiarano di aver avuto contatti con i positivi proprio per evitare quarantena e isolamento. Un comportamento sbagliato che rischia soltanto di far diffondere il virus.

Decisiva per la lotta al Covid è la campagna di vaccinazione: la Regione fa infatti sapere che sono stati vaccinati con la prima dose oltre il 50 per cento dei quarantenni e il 75 per cento dei cinquantenni. E la vera sfida a questo punto diventa proprio questa: quella di somministrare il farmaco alle clesse di età più giovani e ridurre i tempi tra pirma e seconda dose per tutti, proprio per evitare che le varianti mutino ancora. Sfida niente affatto semplice, non solo per l’Umbria.