"Vaccino, col tumore al seno devo aspettare"

L’odissea di un’avvocatessa: "Vado in tribunale, tutti immunizzati con la seconda dose, io no. Ritardo-beffa: Sileri ha detto un’altra cosa"

Perugia, 28 maggio 2021 - "Sono un paziente oncologico, la prima dose di Pfizer mi è stata somministrata solo il 14 maggio, il richiamo previsto per il 4 giugno è inaspettatamente slittato al 24, nonostante le rassicurazioni e le dichiarazioni dello stesso sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri che tale fatto non sarebbe avvenuto per i malati oncologici. Eppure io devo andare ogni giorno in tribunale, al lavoro". Cristina Zinci, 54 anni è prima di tutto una donna con un tumore al seno che ha deciso di rendere pubblica la sua ’rabbia’ di malata, di nuovo ’dimenticata’.

Ma è anche un’avvocatessa del foro di Perugia che, ogni giorno, è ’costretta’ ad andare in udienza al Penale: "Sono stati vaccinati tutti, anche con la seconda dose. Forze dell’ordine, magistrati, cancellieri, professori, assistenti sociali e addetti alle onoranze funebri mentre io che sono un paziente fragile devo aspettare. Non posso esimermi dal frequentare le aule di giustizia perché sono un libero professionista senza alcuna garanzia".

Così la Zinci ha preso carta e penna e ha scritto una Pec al generale Francesco Figliuolo che da mesi predica di accelerare sui fragili, al sottosegretario Sileri e alla Regione dell’Umbria. "Ho provato a chiamare ma non ho mai ricevuto alcuna risposta. Mica l’ho scelto io di stare male", sottolinea.

L’odissea dell’avvocatessa sul fronte vaccini inizia a marzo ma il suo calvario di paziente oncologica ben prima. Quando le diagnosticano un carcinoma obulare, la sottopongono ad un intervento chirurgico a settembre 2020 per poi essere iniziare la drammatica sequenza di radioterapia e cure antitumorali che assume attualmente.

"Quando hanno aperto la categoria degli avvocati, dopo tante altre, mi sono segnata subito perché per i fragili non c’era possibilità e il primo aprile mi sono presentata all’hub per il vaccino AstraZeneca, non avevo paura ma non me lo hanno voluto somministrare perché oncologica e così ho atteso la mia categoria, gli estremamente vulnerabili. Non sono riuscita a ottenere un posto prima del 13 maggio, poi rinviato al 14. La seconda dose era prevista il 4 giugno e invece niente, mi hanno rinviato al 24 nonostante lo stesso Sileri ha detto, anche a Cartabianca, che lo slittamento a 42 giorni non era previsto per i pazienti oncologici. Una vera beffa".

Invece anche lei è rientrata nello slittamento, finendo per l’immunità totale a dover attendere, ancora.

"La cosa è di inaudita gravità, se si considera che vien data una notizia fuorviante, con rassicurazioni circa la tutela dei soggetti estremamente fragili – scrive Zinci al commissario, al sottosegretario e alla Regione – . Non solo vengono vaccinati in coda a tanti altri, ma viene loro anche aumentato il tempo di somministrazione della seconda dose, solo perchè non è stato possibile effettuare la prima, (e non per mia scelta), in tempi ragionevoli. Credo che questo non solo non sia accettabile, ma sia lesivo di ogni diritto alla salute; comprendo la carenza di vaccini, ma non è possibile non tutelare tanti soggetti estremamente vulnerabili, mentre si sostiene che siano i primi a dover esser tutelati".

Erika Pontini