Vaccini Pfizer, in Umbria arriva lo stop

Necessario fermarsi per garantire il richiamo agli oltre diecimila soggetti fin qui sottoposti alla prima dose. Martedì arrivano 5 cartoni

L’arrivo a Perugia dei primi vaccini della Pfizer, scortati dall’Esercito

L’arrivo a Perugia dei primi vaccini della Pfizer, scortati dall’Esercito

Perugia, 17 gennaio 2021 - Da ieri in Umbria si sono di fatto fermate le vaccinazioni. Per garantire infatti il richiamo, è necessario che la macchina del vaccino anti-Covid si ‘stoppi’. Questo per far sì che i team non si ritrovino senza scorte. Anche se la Regione si è tenuta larga per non correre i famosi rischi dell’ultima ora, come quelli emersi recentemente su possibili ritardi di Pfizer.

L’Umbria dovrà dunque subito rallentare la somministrazione per evitare che i punti di somministrazione vaccinali nelle Aziende ospedaliere e all’Asl si trovino sfornite. Al di là del giorno-simbolo di inizio (era il 27 dicembre e furono somministrate meno di 100 dosi in Umbria), la prima data per il richiamo effettivo è quella di giovedì, dato che si è iniziato il 31 dicembre a vaccinare i sanitari.

E’ bene comunque ricordare che nel ‘bugiardino’ Pfizer viene detto come il richiamo vada fatto a partire dal 21esimo giorno e non ‘il 21esimo giorno’. Quindi ci può anche essere qualche giorno di ritardo (Moderna lo prevede al 28esimo). Il timore, comunque, viste le restrizioni stabilite da Pzifer, è che ci possa trovare impreparati. E non a caso il commissario nazionale per il Covid, Domenico Arcuri, ha fornito la perentoria indicazione alla Regioni che debbano mantenere una scorta di almeno il 30% delle proprie disponibilità. Fino a ieri erano in Umbria state iniettate quasi 13mila dosi, su un totale disponibile di 16.585 (comprese le mille di Moderna) con una percentuale che sfiorava l’80 per cento. Le 16mila e passa però vengono considerate come se per ogni fiala ci fossero cinque dosi, mentre in realtà essendo 6 le dosi, la disponibilità sale a quasi 20mila. Questo al momento lascia una disponibilità del 36 per cento (7mila dosi circa), quindi compatibile con quanto indicato dal commissario del Governo.

A Perugia ci sono infatti nei congelatori della farmacie ospedaliera 2.340 dosi, e 1.170 a Città di Castello e a Foligno (totale 7.020). Attenzione però, perché per martedì/mercoledì è previsto l’arrivo sicuro di altre 5.850 dosi Pfizer. A questo punto il Servizio sanitario regionale calcola che per completare la seconda somministrazione sono necessarie altre 3.500 dosi, mentre secondo quanto previsto dal commissario Arcuri, l’ultima fornitura di questa prima fase per l’Umbria ammonta a 4.680 vaccini.

L’incognita è quella di sapere se queste quasi 4.700 dosi arriveranno nei tempi giusti (fin qui è arrivata una fornitura a settimana), ma l’importante è che l’Umbria ne riceva almeno 3.500 per andare a ‘dama’. Tra oggi e domani comunque il richiamo verrà effettuato a quegli 87 che erano stati vaccinati il 27 dicembre, giorno-simbolo in cui ha preso il via la più grande vaccinazione di massa della storia. E quindi se da una parte il Cuore Verde si conferma come una dell e realtà più attive del Paese, dall’altro il rischio è appunto quello di non avere scorte sufficienti con la frenata imposta da Pfizer.

Intanto è stata superata la fatidica quota delle diecimila vaccinazioni tra i sanitari pubblici: 10.119 sono i medici e gli infermieri delle due Aziende ospedaliere umbre e delle altrettante Aziende sanitarie che si sono sottoposte alla prima somministrazione. Ciò significa che sono al momento 7 su 10 coloro che hanno già la prima dose in corpo. Ne mancano poco più di 4mila, anche se duemila non hanno ancora risposto alla richiesta delle direzioni aziendali. E restano 700 circa invece gli anziani delle Rsa da vaccinare: su tremila ospiti infatti sono quasi 2.300 quelli che i team hanno sottoposto alla prima iniezione.

Michele Nucci e Erika Pontini